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Brasile, le vittime invisibili di uno Stato che fa guerra alle favelas

A distanza di un anno dal raid di polizia più violento della storia di Rio de Janeiro, le madri e i parenti delle vittime non hanno ancora ottenuto giustizia. Queste persone, non potendosi permettere di cambiare casa, sono obbligate a rimanere nelle favelas, convivendo con la costante paura che altri familiari possano rimanere uccisi in simili operazioni. La violenza della polizia brasiliana non è una novità: secondo i dati, gli omicidi per mano delle forze di pubblica sicurezza sono quasi triplicati tra il 2013 e il 2020. E l’agenda pro armi di Bolsonaro complica ulteriormente la situazione.

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Il business del dolore, il mercato e l’uso degli strumenti di tortura

Praticamente ovunque, sono banditi i trattamenti inumani o degradanti; produrre, comprare e vendere gli oggetti che servono per maltrattare le persone invece è legale. In prigione, nelle caserme o alle manifestazioni, pubblici ufficiali ne fanno uso in nome dell’ordine e della sicurezza. Contro il business che cresce insieme alle fiere di armi e alimenta l’abuso della forza, gli Stati europei raggiungono un nuovo traguardo. Segue anche l’ONU, lasciando aperta la porta alla speranza di un mercato globale libero dalla crudeltà.

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Grecia: violenza di Stato, da Alexis ai fatti di Nea Smyrni

Il pestaggio avvenuto a marzo in un quartiere periferico di Atene per mano di alcuni agenti di polizia ha avuto risonanza internazionale, gettando luce su un contesto contrassegnato da un’esasperazione che ha radici ben più profonde di quanto possa apparire. A partire dall’uccisione del quindicenne Alexandros Grigoropoulos nel 2008, il modus operandi della polizia greca è infatti andato delineandosi con sempre più brutale precisione. E il Governo conservatore di Mitsotakis, entrato in carica nel 2019 al grido di “law and order“, non ha fatto altro che acutizzare la tensione.

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Messico, le controverse strategie di Obrador contro il crimine

Lo scorso luglio il popolo messicano ha votato il suo nuovo capo di Stato, eleggendo in maniera schiacciante Andres Manuel López Obrador. Il nuovo Governo entrerà in carica a dicembre ma già si trova di fronte una situazione allarmante: nel Paese si sono registrati infatti negli ultimi anni i più alti tassi di violenza criminale. Se da un lato la campagna di López Obrador sembra voler affrontare in maniera efficace la criminalità organizzata che pervade l’intera società, dall’altra molte premesse rischiano però di ribadire politiche inadeguate e di appesantire un contesto già estremamente difficile.

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Germania, echi del passato più buio nelle nuove leggi di polizia

Dopo Regno Unito e Francia, i Länder della Repubblica Federale annunciano leggi per rafforzare i poteri di polizia in nome della lotta al terrorismo e del contrasto ai migranti. Nonostante le manifestazioni – 30.000 persone scese in piazza a Monaco in maggio – in Baviera sono stati approvati i nuovi regolamenti, una simile partita è aperta in Nordreno-Vestfalia. Oltre che per le lesioni dei diritti personali quali la libertà di riunione e di espressione, minacciate da queste misure, la mobilitazione è intensa anche per la loro evocazione del periodo più tragico della Storia tedesca.

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