2 Novembre 2024

Mondo

Internet, chi vince e chi perde nella corsa a ostacoli dei megabit

Quanto è lungo il tempo per connettersi alla Rete? E ci sono metodi per testare in maniera scientifica la capacità della nostra connessione? In un mondo che corre, le risposte arrivano da ogni parte, ma con ritmi ben diversi da Paese a Paese. Ecco la fotografia del digital divide secondo alcuni rapporti che analizzano la Rete secondo questo aspetto, con particolare attenzione al caso italiano ma anche a quanto avviene più in generale in Europa o in realtà emergenti com’è nel caso dell’Africa.

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Evasione fiscale, crimine che alimenta la disuguaglianza

Nel mondo quasi 800 milioni di persone soffrono la fame, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. In questi Paesi, spariscono nei paradisi fiscali almeno 250 miliardi di euro di gettito fiscale ogni anno, si tratta di sei volte la somma annuale necessaria per combattere ed eliminare la fame entro il 2025. Nel Consiglio ONU per i Diritti Umani del marzo scorso era stata adottata una risoluzione sulla necessità di far tornare i patrimoni rubati ai Paesi in via di sviluppo. Nessuna nazione appartenente all’UE ha votato a favore.

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Diritti ambientali e delle donne, due facce della stessa medaglia

Viviamo in un mondo in cui il cambiamento climatico sta avvenendo ad un ritmo molto più veloce del previsto. Non più una minaccia in un lontano futuro, il suo impatto sta già causando devastazione nei confronti di persone ed ecosistemi in tutto il mondo. Viviamo anche in un mondo dove una donna su tre sperimenta violenze fisiche e/o sessuali, e dove, nonostante le donne siano circa il 50% della popolazione mondiale, solo circa un parlamentare su cinque è donna. Esiste un collegamento tra Il diritto delle generazioni future a un pianeta sicuro e i diritti delle donne a vivere libere dalla violenza e dall’oppressione.

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Un libro per ogni Paese al mondo contro il pregiudizio

Pronti a conoscere il mondo attraverso i libri che raccontano ogni singolo Paese? Progetto ambizioso – e che richiederebbe molte vite – ma che ha trovato un’originale sintesi nel lavoro di una readaholic londinese. Lei si chiama Ann Morgan e fa la scrittrice freelance. Ma soprattutto legge. Non un libro ogni tanto ma, almeno 4 a settimana! Questo almeno è stato nel 2012, quando ha realizzato A year of reading the world. Da allora il suo blog continuato a crescere: la sua esperienza serve a interrogarci sul nostro sapere, e su mondi che spesso trascuriamo.

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Crisi globale: serve passare dalla consapevolezza all’azione

Le due tendenze globali più importanti, un modello economico neo-liberale che non si adatta allo scopo e una biosfera che non può far fronte a tale modello, sono riconosciute come le più grandi sfide che la società umana abbia dovuto affrontare. Innumerevoli studi su queste tematiche hanno messo in evidenza quanto lavoro sia in corso in tutto il mondo per lo sviluppo di nuove forme economiche e per rispondere all’esigenza di orientarsi verso economie a basso consumo di emissioni di carbonio. Per un cambiamento di rotta il momento è ora.

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“Senza Codice”, immagini in mostra per raccontare il mondo

Presentiamo la mostra “Senza Codice”, 14 scatti del reporter freelance Angelo Calianno che racconteranno in breve storie dall’Etiopia, Somaliland, Palestina, Iran, El Salvador e Colombia. L’esposizione itinerante partirà in Puglia per poi spostarsi nel resto d’Italia.

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Schiavitù minorile, una generazione di bambini a rischio

Il fenomeno della schiavitù dei bambini non è mai stato così diffuso come oggi. Ogni giorno, bambini di appena cinque anni sono venduti al mercato nero a un prezzo inferiore a quello del bestiame. E quando si trovano nelle mani del nuovo padrone, sono costretti a lavorare per 20 ore al giorno. Le bambine subiscono una situazione particolarmente a rischio, perché più vulnerabili rispetto allo sfruttamento sessuale. Per sradicare il fenomeno serve un approccio globale a ciò che è un problema globale. L’istruzione è il punto di partenza.

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Spese militari, una flessione a “decollo verticale”

Quasi venti punti percentuali di calo nella spesa per gli armamenti nel decennio 2003-2012 e oltre cinque punti in meno nella variazione tendenziale 2011-2012. L’Italia risparmia, pur rimanendo tra i dieci Stati al mondo che spendono di più nell’acquisto di armi. Ma quali sono le vere dinamiche guardando più in dettaglio?

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