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Giornata della pace, ma nel mondo impazzano guerre e conflitti

Dal 2001, il 21 settembre è un’occasione per tirare le somme riguardo l’eradicazione della violenza e il rispetto (anzi il mancato rispetto) dei diritti umani. Il 2023 segna un bilancio disastroso con un numero di situazioni di ostilità e scontri violenti mai raggiunto dal 1945. Nessun Continente è escluso da questo fenomeno. Voci Globali fa il punto su alcune delle aree maggiormente interessate dalla violenza. La realtà emersa mostra anche forti criticità quando si va riflettere sul ruolo della comunità internazionale in materia di peace-building e peace-keeping nelle aree di maggiore crisi.

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Africa, i matrimoni precoci che cancellano il futuro delle bambine

Nonostante le campagne per l’abolizione dei matrimoni precoci messe in atto dall’Unicef e altri enti istituzionali, questa usanza – profondamente radicata nelle tradizioni locali – continua a essere praticata in molti Paesi del mondo. Un recente studio ha analizzato i dati relativi a quattro Stati dell’Africa sub-sahariana che detengono i tassi più alti di matrimoni infantili, cercando delle risposte al motivo del perdurare di tale pratica. Ne è emersa una chiara correlazione tra livello d’istruzione ed età delle prime nozze che indica, tra le soluzioni, un percorso scolastico più lungo per le ragazze.

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Oltre il Medio Oriente, l’avanzata dell’estremismo islamico in Africa

Dopo la caotica ritirata delle forze armate americane da Kabul ad agosto dello scorso anno e l’inizio della guerra in Ucraina, i riflettori sull’avanzata dell’estremismo islamico si sono spenti. Eppure, la presenza di tali gruppi è sempre più forte in tutto il Sahel e lungo la costa orientale africana, dalla Somalia fino al Mozambico. La loro diffusione infatti è favorita da problemi presenti nei Paesi africani come il malgoverno e i pessimi rapporti tra Stato e popolazione locale. Tuttavia, l’incremento dell’attività paramilitare islamica costituisce una minaccia per le economie e la sicurezza del Sud del mondo, con un numero sempre maggiore di giovani disposti ad arruolarsi e imbracciare le armi.

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Migrazioni, film e documentari africani che cambiano la narrazione

Se molti viaggi migratori hanno i Paesi africani come punto di partenza, è purtroppo vero che nella narrazione globale sulle migrazioni manca proprio il punto di vista di chi questi viaggi li affronta. Questo è invece l’obiettivo della Ong STEPS che si occupa di portare la prospettiva degli africani sulla scena internazionale, producendo film e documentari su temi d’attualità che siano strumenti di cambiamento sociale e sensibilizzazione. Tramite l’impact producing, è infatti possibile agire concretamente per migliorare la vita degli individui, delle comunità e delle politiche documentate nelle pellicole.

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In Africa torna il tempo degli “uomini forti”, la risposta dei giovani

La politica africana è dominata da personaggi che non rispecchiano la demografia delle rispettive nazioni. È raro trovare leader con meno di 50 anni e così il Continente con l’età media più bassa si ritrova ad essere guidato da politici spesso over 60. La gioventù africana reclama una maggiore inclusione nello sviluppo politico e nel futuro dei suoi Paesi. Negli ultimi due anni, tuttavia, una nuova serie di colpi di Stato sembra aver riportato a galla vecchi spettri e dinamiche del passato. In Guinea e Sudan i giovani hanno risposto a questi eventi in modi diversi, esprimendo tuttavia un malessere condiviso.

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Soumaila Diawara, il poeta rifugiato che denuncia l’ingiustizia

Costretto a lasciare il suo Paese, il Mali, per ragioni politiche e dopo essere passato per Algeria e Libia, arriva in Italia dove ottiene lo status di rifugiato “per forza e per necessità” come dice lui. Attivista, poeta, comunista come la nonna che lo ha cresciuto. Ci racconta della situazione in Mali e di come si è arrivati alla crisi socio-politica che vive da anni. Soumalia accusa l’imperialismo e le ingerenze internazionali e dice che anche l’Italia deve lasciare il Paese. “Dal colonialismo in poi – afferma – non ci hanno mai lasciato fare quello che volevamo. Ecco perché il Paese è in queste condizioni”.

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Bambini soldato, cresce la piaga secondo la blacklist degli USA

Washington aggiunge Camerun, Libia e Nigeria nella blacklist dei Paesi che reclutano i minori come combattenti in violazione dei diritti dell’infanzia. La CTBTO ha registrato un picco di radiazioni nella Regione baltica: si sospetta il malfunzionamento di una centrale nucleare russa. Intanto, il Covid-19 sta determinando una nuova ondata di fame soprattutto nel Sud del mondo. L’America Latina esprime solidarietà al popolo palestinese: 320 personalità di spicco del mondo accademico, istituzionale e politico hanno firmato una nota congiunta per condannare la politica annessionista di Israele. In Mali, si apre il dialogo tra istituzioni statali e “Movimento 5 giugno”.

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Africa, le aree di crisi che segneranno la stabilità del continente

Se lo Yemen, la Siria, l’Afghanistan sono i Paesi i cui ormai lunghi anni di guerra stanno contribuendo a devastare il sempre precario equilibrio geopolitico in Medio Oriente, è l’Africa che continua ad alimentare il numero di conflitti nel mondo. E il 2019 si annuncia come un periodo alquanto complesso. Sul fronte della sicurezza molti i Paesi in aperto conflitto o che manifestano forte tensioni. Riuscire a ristabilire la pace, che parte soprattutto dallo stato di diritto e dalla giustizia sociale, è la sfida del continente per questo nuovo anno. In questo articolo i Paesi e le situazioni da tenere sotto osservazione.

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Mali, capire i motivi dell’estremismo per costruire la pace

La recente ondata di attacchi estremisti in Mali ha riportato alla luce la necessità di rivedere l’approccio alla sicurezza militare, unico mezzo impiegato come risposta al terrorismo nel Sahel. Per poter condurre il Paese verso una maggiore stabilità, è invece necessario capire quali siano i motivi che spingono così tanti giovani a unirsi a gruppi armati. Solo affrontando le cause profonde del conflitto e riacquistando la fiducia di un popolo disilluso, questa nazione potrà finalmente intraprendere il cammino tanto sognato quanto sofferto verso la pace.

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Esodi, la web map sulle rotte dei migranti e delle loro tragedie

Duemilaseicento testimonianze di persone che dall’Africa subsahariana hanno affrontato – negli ultimi quattro anni – pericoli ed esperienze drammatiche di viaggio pur di sfuggire a situazioni di vita in cui la violazione dei diritti umani è all’ordine del giorno. Purtroppo, per moltissimi di loro l’esito dei tentativi di fuga è stato altrettanto tragico. Come emerge da un progetto interattivo curato da Medici per i diritti umani, che si è incaricata di raccogliere e mettere in Rete le loro storie. Eccone alcune.

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