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Rifugiati africani, gli intoccabili della nostra era

Le cifre di migranti africani che perdono la vita nel Mar Mediterraneo sono spaventose, e forse ancora più scioccante è il fatto che le storie di questo tipo sono diventate vicende ordinarie. A parole l’UE pare sensibile alle richieste di asilo provenienti dall’Africa ma spesso si contraddice con le misure messe in atto. Il cambiamento potrebbe iniziare attraverso emendamenti ai trattati e alle convenzioni internazionali spesso obsoleti.

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La decadenza egemonica dell’ordine politico arabo

Le rivolte: non rottura con il passato ma ultima fase di un processo che evidenzia una situazione di collasso. Come affermava Gramsci, l’uso della coercizione aumenta esponenzialmente quando un sistema politico si trova nelle ultime fasi della propria decadenza, o quando un nuovo ordinamento si sta affermando. Nel Mondo Arabo, l’ordinamento politico attuale sta attraversando le ultime fasi della propria decadenza. Un’analisi da openDemocracy.

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Libia, trappola per i migranti dell’Africa sub-sahariana

Incarcerati, picchiati, lasciati morire: è la situazione di chi per arrivare in Italia passa dal Paese nord africano. Diritti elementari inesistenti per gli immigrati che tentano il passaggio dalla Libia, un Paese in cui è completamente assente un sistema di asilo a livello nazionale e che, non avendo firmato la Convenzione sui rifugiati del 1951, ha avuto piena libertà di improvvisare e portare avanti politiche che discriminano africani sub-sahariani bisognosi di protezione.

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Transmigrations, un viaggio infinito dal Sahara al Mediterraneo

“Il deserto s’allarga davanti a noi, il sole è a picco e il calore discendente avvolge tutto come un fluido dalla consistenza indefinita. La canicola asciuga la pelle da qualsiasi traccia di sudore, fino al tramonto, che procurerà un po’ di sollievo, temporaneo, prima del ghiaccio della notte Sahariana.
È in queste condizioni che migliaia di persone stipate sopra carichi merci di vecchi camion Mercedes percorrono per giorni l’ultima tappa di un viaggio epico, d’altri tempi…”. Così racconta il fotogiornalista Alfredo Bini, che ha testimoniato l’odissea dei migranti e rifugiati.

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Libia, gli errori politici che minacciano la stabilità del Paese

Le profonde spaccature tra i leader al governo e i gruppi armati rischiano di portare al caos. E’ il momento della svolta. I politici libici stanno camminando sul filo del rasoio tra legittimità e anarchia mentre le milizie chiedono la loro testa e la popolazione rimane ad osservare mostrando sentimenti alterni di rabbia, disperazione e alienazione. Il “rapimento” da parte di unità combattenti del Primo ministro Ali Zeidan (poi rilasciato) dà la misura della situazione attuale nel Paese.

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Fotografia come impegno civile e denuncia “politica”

Intervista alla fotografa Sara Prestianni: le istituzioni europee sono responsabili delle violazioni dei diritti dei migranti. In prima linea alle frontiere che spesso rimandano indietro chi prova a fuggire da situazioni estreme legate alla guerra, alla miseria, alla violenza, la fotoreporter testimonia cosa significa per questi uomini trovarsi nelle “no man’s lands”.

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Bambini migranti sbarcano soli in Italia

I ragazzi immigrati lasciano i loro Paesi e arrivano in Italia senza i genitori, nella speranza di trovare lavoro e migliori opportunità, ma le loro aspirazioni svaniscono velocemente. Spesso rischiano di essere sfruttati per lavorare in nero o vengono reclutati da bande criminali, senza che nessuno riesca a proteggerli.

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Libia: il primo vero anno zero della primavera araba

Quella libica inaugura una sorta di “seconda generazione” delle rivoluzioni arabe dopo le sollevazioni in Tunisia e Egitto. Quest’ultime, caratterizzate da tempistiche relativamente rapide, limitato uso della violenza e abbattimento solo parziale del sistema statale, hanno lasciato strada a rivoluzioni assai più sanguinose, caratterizzate dallo scontro totale tra l’apparato statale e gli oppositori e da possibili guerre civili. Così è stato per la Libia e simile si preannuncia essere il destino di Yemen e Siria.

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Libia: la vittoria, la tragedia e il retaggio della guerra

La fine della guerra in Libia è stata annunciata con toni ottimistici e la conduzione del conflitto descritta come un successo dell’Alleanza atlantica. Resta però sconosciuto il numero delle vittime, mentre uno studio di Andrew Feinstein traccia la mappa degli acquisti in armi del regime di Gheddafi prima di questa guerra. Un intreccio di rapporti che vede in prima linea i produttori europei. Nel gioco della distruzione e della ricostruzione scorrono fiumi di denaro.

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