25 Aprile 2024

libertà di espressione

Il prezzo del silenzio: sorveglianza di massa e auto-censura

Nei Paesi liberi, almeno uno scrittore su tre (34%) afferma di aver rinunciato a scrivere o parlare su argomenti scottanti, dopo le rivelazioni di Edward Snowden. E anche i giornalisti temono di essere sorvegliati. Ma ogni volta che un giornalista rinuncia a fare un ricerca su Internet per paura si perde qualcosa, qualcosa sarà raccontato male, una possibilità di creare un dibattito più consapevole scomparirà.

Leggi di più

Guerre informatiche, in gioco l’economia e la libertà

Nella ‘mobile age’ quale il futuro (e il ruolo) di citizen journalism e social media? Gli esempi di Cina, Siria, Ucraina, Ungheria. Mentre il cyberterrorism spaventa sempre più governi, banche e multinazionali. “Pyongyang – ha detto lo storico Hyung Gu Lynn – ha capito che colpire l’economia oggi miete più vittime che destabilizzare la politica. Un gruppo di hacker, per il capitalismo, è più devastante di una testata atomica e chi assedia il web bombarda il pianeta”.

Leggi di più

Africa e censura Internet, nulla di nuovo sotto il sole

In questa infografica pubblicata sul tumblelog Afrographique è sintetizzato il grado di censura esistente nei diversi Paesi del continente africano. Tra i Paesi giudicati più liberi emergono il Kenya e il Sudafrica; tra i fanalini di coda, senza sorpresa troviamo l’Etiopia, il Sudan e l’Egitto.

Leggi di più

Netizen Report: governi di India e Mozambico contro le email “offensive”

Il Netizen Report settimanale di Global Voices Advocacy offre un’istantanea internazionale sulle sfide, le vittorie e le tendenze emergenti in materia di diritti online in tutto il mondo. Il rapporto di questa settimana comincia parlando della legislazione che riguarda i messaggi definiti “fastidiosi” e “offensivi” in India e in Mozambico, per riassumere poi aggiornamenti sui diritti online dallo Zambia, Pakistan, Cuba e Unione Europea.

Leggi di più

Cina, la lunga strada degli attivisti per i diritti umani

Il caso del netizen e attivista Xu Zhiyong, di recente condannato, come simbolo dell’uso di Internet per i diritti umani nel Paese. In Cina le restrizioni passano ora attraverso la Rete a cui ci si affida per fare arrivare a più persone possibili la protesta e le azioni di lotta. Un movimento forte e determinato, che ha visto protagonisti tanti cittadini e di cui si traccia la breve storia in questo post. Un movimento che la censura cinese non è ancora riuscito a zittire.

Leggi di più

“Political comics”, quando il fumetto è impegno apolide

Presentiamo la nuova pagina ufficiale del disegnatore Gianluca Costantini. Lo spazio è una sorta di hub in cui l’autore ha raccolto tutto il suo lavoro politico e sociale a partire dal 2004: le tavole sono numerosissime, e svariate sono anche le collaborazioni giornalistiche ed editoriali nonché con realtà di attivismo sociale tra cui noi di VG.

Leggi di più

In Cina è possibile una maggiore libertà e partecipazione su Internet?

Daniel Méndez, giornalista spagnolo e direttore della rivista online ZaiChina.net, ha concesso un’intervista a Periodismo Ciudadano sui problemi concernenti la libertà di stampa e informazione in Cina. Secondo Méndez, a causa delle tensioni nel Paese e del difficile contesto economico, i leader cinesi preferiranno mantenere il controllo dei mezzi di comunicazione per garantire una “stabilità” che consenta di portare a termine con successo le riforme economiche e sociali.

Leggi di più

Si addensano nubi sulla libertà digitale?

Le minacce alla libertà digitale stanno aumentando proprio come il numero di persone che sempre più accedono ad Internet, con milioni di persone che, nei prossimi anni, molto probabilmente entreranno nel mondo digitale attraverso l’uso di cellulari e smartphones. Un intervento del direttore di Index on Censorship.

Leggi di più