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L’hijab, cinque verità che stravolgono i luoghi comuni

La questione del velo non si può liquidare con degli slogan o con superficialità: le donne musulmane indossano l’hijab per svariate ragioni, ognuna delle quali può cambiare nel tempo. Questo vale se la donna che lo indossa è un’attivista della comunità, un’atleta olimpica come Elghobashy, una dottoranda, una madre di bambini piccoli, oppure alcuni di questi motivi o tutti. Studi, ricerche e un diverso approccio all’argomento svelano realtà e motivazioni che spazzano via i pregiudizi e le prese di posizione dell’Occidente nei confronti di un oggetto che il più delle volte non ha niente a che fare con il fanatismo religioso.

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Media nel mirino, la lotta quotidiana dei giornalisti afghani

La libertà di stampa e di informazione faticosamente conquistata, soprattutto dalle donne è messa sempre più a repentaglio dagli attacchi dei Taliban. Quello afgano è un contesto nel quale competenza, indipendenza e una relativa libertà di stampa si sono affermate dopo la cacciata dei Taliban nel 2001, e la conclusione di lunghi anni di repressione ha risvegliato la fame di informazione della popolazione. Proprio la crescente influenza degli attori mediatici mette in pericolo i giornalisti, e spesso gli obiettivi sono i reporter indipendenti.

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In America Latina il più alto tasso al mondo di femminicidi

A giocare un ruolo in questo triste primato anche la diffusione e l’estrema violenza delle gang e la misoginia imperante. A questi vanno aggiunti il traffico di esseri umani e l’uso delle donne per le più pericolose delle attività criminali. Il femminicidio e la maggioranza delle impunità che lo circonda è un tema caldo per le forze dell’ordine in tutta la regione dell’America Latina.
Un problema fondamentale che ostacola il progresso è che “la legge non protegge le donne che sono coinvolte nel crimine organizzato”, come sottolinea il procuratore generale del Guatemala Aldana. Tutto ciò nonostante il fatto che molte donne sono costrette a unirsi ai sistemi criminali.

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Femminismo imperialista, Islam e interventi armati

“Il femminismo coloniale/imperialista ha assunto forme vecchie e nuove negli USA. Uno dei contesti della rinascita del femminismo imperialista negli Stati Uniti è ad esempio l’invasione dell’Afghanistan nel 2001”. Ma l’Afghanistan è stato solo l’inizio e una parte dell’imposizione di cliché femminili. E oltre alle guerre giocano un importante ruolo gli show televisivi, libri e pubblicità. Il cosiddetto “femminismo coloniale”, nato nel XIX secolo nel contesto del colonialismo europeo, insiste sulla nozione che il “mondo musulmano” barbaro e misogino, debba essere civilizzato dall’Occidente liberale e “illuminato”; una retorica conosciuta anche come Orientalismo di genere.

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Le città delle donne, tra violenze e discriminazioni

Corpo femminile e città. Spazio pubblico e genere Il dibattito attorno a questo binomio ricco di implicazioni sociali risale almeno agli anni Ottanta, anche se a livello europeo si è fatto sempre più incisivo soltanto negli anni Novanta. Da più parti però si è sottolineato come la discussione non sia riuscita a diventare argomento centrale dei cittadini nei confronti dei luoghi abitati quotidianamente. Alcune riflessioni, e l’invito a partecipare a una campagna di adozione di bambine a distanza.

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Dalla violenza di genere all’autodeterminazione delle donne

Donna: un mistico viaggio dal quale non si torna, colmo di vissuti multiformi e sfumati, di prospettive che ricercano un senso a volte di difficile ricostruzione, di vite complesse, laddove l’appartenenza al proprio intimo essere donna rischia di trasformarsi in una condanna dettata dal “genere”. Nell’era della modernità, dei miti delle false certezze di una società sempre più “liquida”, irrompe assordante il fenomeno della violenza contro le donne. Un’ampia riflessione nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

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