diritti umani

Il tabù delle mestruazioni nel mondo tra isolamento e punizioni

Secondo uno studio condotto dall’ONG Action Aid, 1 ragazza su 10 in Africa non va a scuola quando ha le mestruazioni. Ma non si tratta di un problema che riguarda solo il continente africano, anzi. In tutto il mondo la mancanza di accesso ai prodotti mestruali a prezzi accessibili, o addirittura gratuiti, continua ad avere un impatto negativo su donne e ragazze, soprattutto sulla loro educazione. Tutto ciò è accompagnato dal senso di vergogna e isolamento (anche per dettami religiosi) legato alle mestruazioni. Come si può dunque abbattere la cosiddetta povertà mestruale e il tabù che l’accompagna?

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In Africa l’agricoltura è la chiave di volta per crescita e sviluppo

Il Commissario all’Economia dell’UA ha ribadito l’importanza del settore agricolo e della blue economy per la prosperità del continente. In Cambogia, le attività illegali minacciano la foresta di Pray Lang. Il Dipartimento di Giustizia filippino riconosce, per la prima volta, il ruolo della polizia nazionale in migliaia di uccisioni illegali nella “guerra alla droga”. ONG di tutto il mondo chiedono l’embargo totale sulle armi in Myanmar dopo il golpe. In Australia, il report di una Commissione governativa rivela quanto sia grave e diffuso il fenomeno degli abusi sugli anziani nelle case di riposo.

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Libano, HRW sull’esplosione al porto: “equo processo” violato

A distanza di 6 mesi dalla devastante deflagrazione, che ha causato 200 morti e 6000 feriti, la giustizia libanese rimane ferma. L’Unione Africa chiede alle istituzioni somale il pronto superamento della impasse elettorale e politica persistente nel Paese. La Colombia compie un gesto di grande solidarietà riconoscendo la “protezione temporanea” ai venezuelani privi di documenti presenti sul suo territorio. Sulla “questione cipriota”, la Turchia ribadisce una soluzione a due Stati come unica via percorribile. Intanto, in Italia, le ONG ambientaliste salutano con favore la decisione del ministero dell’Ambiente di chiudere la centrale a carbone di La Spezia entro il 2021.

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Asia Pacifica, 2 miliardi di persone affamate dal coronavirus

Lo scoppio della pandemia e la conseguente perdita di posti di lavoro hanno spinto i meno abbienti a rinunciare a diete sane in un crescendo di diseguaglianza sociale. Si aggrava l’instabilità in Darfur mentre Khartum vieta l’accesso ai giornalisti nell’intera area. Cresce il numero di contenziosi climatici in ogni parte del mondo, Europa compresa. Una ONG siriana denuncia alla Corte Penale Internazionale gli abusi commessi dalla Greci contro i profughi, ritenendo si tratti di crimini contro l’umanità. Il nascente connubio economico tra Cina e Israele desta forti preoccupazioni a Washington.

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Africa, nuova “Strategia di Genere” per lo sviluppo inclusivo

La Banca Africana di Sviluppo ha avviato un programma teso a rafforzare la parità di genere per garantire una più rapida crescita del continente. Un tribunale francese ha riconosciuto lo status di “migrante ambientale” a un bengalese affetto da asma cronica, annullando l’ordine di espulsione a suo carico. Cresce la tensione tra Sudan ed Etiopia per l’annosa questione dei territori di confine contesi. La Corte Europea DU ha dichiarato ammissibile il ricorso dell’Ucraina contro la Russia per le violazioni dei diritti umani in Crimea. Collaborazione ONU/Lega Araba per risolvere le crisi mediorientali.

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Ciad, varata prima legge sull’accoglienza dei richiedenti asilo

La normativa adottata dal Paese africano interverrà a tutelare gli oltre 480.000 rifugiati attualmente presenti sul suo territorio, ricevendo il plauso dell’UNHCR. L’India intende istituire una nuova “Università sulla disabilità” per meglio supportare le problematiche dei disabili. Legambiente critica le recenti intese istituzionali relative agli stabilimenti ex Ilva di Taranto. Mentre la comunità internazionale condanna l’esecuzione capitale da parte dell’Iran del giovane Hassan Rezaiee. Grecia e Israele siglano l’accordo più grande della loro storia in materia di sicurezza.

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L’ONU riafferma la sovranità di Damasco sulle Alture del Golan

L’Assemblea Generale delle Nazioni conferma la sovranità della Siria sul conteso altopiano dichiarando nulla l’annessione de facto israeliana. MasterCard e Visa bloccano i pagamenti su Pornhub, accusato di permettere la pubblicazione di video contenenti abusi sessuali. I Paesi MIRPS adottano la Dichiarazione di San Salvador per fronteggiare la crisi degli sfollati interni in America Centrale. L’UNEP proclama i vincitori del premio “Campioni della Terra” 2020. Mentre, il premier sudanese inasprisce le sue critiche contro il ruolo dominante dell’esercito nell’economia nazionale.

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Plastica, la salute della fauna marina sempre più compromessa

Per la prima volta vengono pubblicati i dati relativi agli effetti devastanti della plastica presente nelle acque statunitensi sulla salute di mammiferi e tartarughe marine. Uno studio rileva come l’evasione fiscale internazionale generi diseguaglianza sociale soprattutto nel Sud del mondo. L’ECOWAS individua tra le sue priorità la trasformazione digitale della regione africana. Intanto, Amnesty International denuncia le gravi interferenze di Amazon sulla libertà sindacale dei suoi dipendenti. E il Parlamento iraniano approva un disegno di legge per riprendere l’arricchimento dell’uranio.

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Istruzione sotto attacco, quando la “guerra” entra nelle scuole

Sempre più spesso, in situazioni di conflitto armato, Failed States e laddove sussistono sistemi deboli di tutela dei diritti umani, le strutture educative vengono prese di mira da forze di sicurezza governative, ribelli, organizzazioni terroristiche. Gli “attacchi all’istruzione” costituiscono una violazione tanto del diritto internazionale umanitario che dei diritti umani dei soggetti coinvolti, studenti in primis. E hanno un impatto devastante sull’esistenza delle vittime, sui processi di pace, sullo sviluppo socio-economico dei Paesi interessati. Per l’ONU, si tratta di una nuova tattica di guerra.

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Figli di stupri di guerra, per la pace oltre la barriera dello stigma

A livello mondiale, i bambini nati durante i conflitti da madri vittime di violenza non emergono ancora come soggetti di giustizia e assistenza sanitaria. Considerati come “figli del nemico”, attorno alle loro storie vige indifferenza e confusione. La negligenza delle istituzioni li priva dei diritti fondamentali, vulnerabilità ed emarginazione caratterizzano i vissuti di questi bambini. Ma c’è tra loro chi racconta la propria storia e chi, tra la società civile, si batte per la loro protezione, e per la pace futura.

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