Africa occidentale

Africa, la Francia parla di giustizia decoloniale ma fa i suoi interessi

Sempre più di frequente le ex potenze coloniali dichiarano di voler fare ammenda per i crimini del passato e di voler compensare – con restituzioni e investimenti – i danni arrecati ai Paesi africani (e non solo) in linea con quella che è stata definita “giustizia decoloniale”. Ma, altrettanto spesso, tali dichiarazioni, come quelle di Macron durante le visite di Stato in Africa occidentale, nascondono in realtà il chiaro intento di garantirsi potere di influenza sulle Regioni un tempo colonizzate e possibilità di guadagno grazie a rinnovati accordi commerciali, ben lontani dall’essere equi.

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L’ape e i suoi prodotti nella cultura e dieta africana di 3.500 anni fa

Recenti tecniche di analisi dei residui organici sulle terracotte dell’antica civiltà Nok, in Nigeria, hanno consentito di approfondire la conoscenza sulla dieta e sulle pratiche di sussistenza delle popolazioni antiche dell’Africa occidentale. Molto del vasellame analizzato ha rivelato la presenza di cera d’api: tra gli utilizzi ipotizzati, il consumo di miele o il suo uso come conservante o per la produzione di bevande, ma gli stessi vasi potrebbero essere stati usati come alveari in una precoce forma di agricoltura. Ulteriori scavi e analisi dovrebbero consentire di arrivare a datazioni ancora più antiche di queste pratiche.

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Riso e petrolio, il fiorente contrabbando tra Nigeria e Benin

I due Paesi, nonostante la firma – lo scorso luglio – di un accordo per la libera circolazione di beni e servizi nel continente (AfCFTA – African Continental Free Trade Agreement), continuano ad essere protagonisti di un fruttuoso commercio illegale. Dalla Nigeria parte la benzina, raffinata clandestinamente nelle cosiddette “firewood distilleries“, venduta per le strade del Benin in bottiglie di plastica. In cambio, i porti beninesi, grazie a costi di importazione inferiori, servono ai nigeriani da punto di approdo per il riso del sud-est asiatico destinato al mercato nero. Il governo nigeriano tenta di reagire attraverso un blocco al confine tra i due Paesi.

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La sfida dell’African style, per un mercato etico e identitario

Sono molti gli stilisti che hanno attinto dal bacino delle culture africane, traendovi ispirazione e spesso anche derubandole delle loro caratteristiche, per creare prodotti indirizzati al mercato occidentale. Da alcuni anni, però, sono molti anche i movimenti nati con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo non solo al tema dell’appropriazione culturale, ma anche al rispetto della manodopera che sta dietro alla realizzazione dei capi di abbigliamento, spingendo a un consumo più etico.

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Bisogno d’acqua. Il cambiamento climatico e i danni nel Sahel

Il Sahel è da sempre colpito da siccità cicliche che in passato si presentavano ogni dieci anni. Da qualche tempo, però, le cose stanno peggiorando. I periodi di pioggia sono sempre più rari e Paesi come ad esempio la Mauritania e il Ciad ne risentono profondamente. La carenza idrica rende difficile sia l’agricoltura che gli allevamenti e aumenta il tasso di mortalità infantile. Secondo alcuni studi esisterebbe un legame diretto tra lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia e la mancanza d’acqua nella regione africana.

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Niger, la radio strumento dell’emancipazione femminile

Matrimoni forzati, spose bambine, poligamia e discriminazioni di genere sono ampiamenti diffusi all’interno della popolazione nigerina, ancora profondamente dominata da una cultura maschilista e patriarcale. Se a questo si aggiunge un grave analfabetismo e la difficoltà di usufruire di elettricità o Internet, la situazione delle donne nel Paese appare seriamente compromessa e relegata alle mura domestiche. Tuttavia rimane la radio, che non solo rappresenta spesso l’unica fonte di informazione, ma si sta anche dimostrando un valido strumento per l’emancipazione e l’indipendenza di queste donne.

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Africa occidentale, l’impegno degli Stati per eliminare l’apolidia

Secondo le stime dell’UNHCR, in Africa occidentale vivono 1 milione di apolidi e 40 milioni di bambini non registrati alla nascita, quindi a rischio di apolidia. Un apolide è un individuo invisibile agli occhi dei Governi e come tale privo dei diritti più elementari. Negli ultimi anni, grazie soprattutto al lavoro dell’UNHCR, i Paesi membri dell’ECOWAS hanno preso coscienza della gravità del fenomeno e si sono concretamente attivati per contrastarlo. La dichiarazione di Abidjan del 2015 e il Banjul Plan del 2017, hanno reso questa Regione del continente leader mondiale nella lotta contro l’apolidia.

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Africa, la pesca che distrugge l’ambiente e affama le persone

L’attività della pesca sulle coste dell’Africa impegna almeno 12 milioni di persone come attività quotidiana. A queste vanno sommate le famiglie che da quest’occupazione traggono il loro sostentamento. Parliamo di una pesca esercitata ancora con metodi tradizionali che da qualche anno deve fare i conti con l’industria estera – soprattutto cinese – arrivata con grandi imbarcazioni, mezzi “moderni” e metodi illegali, come la pesca a strascico. Questi alcuni dei crimini generati dalla pesca illegale: riciclaggio di denaro sporco, evasione fiscale, traffico di esseri umani, contrabbando di armi, veleni e specie protette, distruzione dell’ambiente.

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