The Conversation

L’innalzamento dei mari minaccia il patrimonio culturale africano

I beni culturali africani sono stati finora un tema secondario nei dibattiti sulle aree potenzialmente a rischio per i cambiamenti climatici. Tuttavia, in attesa del primo white paper IPCC sul tema, previsto per il prossimo luglio, un gruppo internazionale di esperti ha pubblicato uno studio: attualmente sono circa 56 i preziosi siti naturalistici e archeologici nel Continente africano che rischiano di scomparire entro il 2050 a causa dell’innalzamento del livello dei mari e dell’erosione costiera. Senza investimenti adeguati e l’adozione di strategie di adattamento, le aree a rischio potrebbero aumentare.

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Ingiustizia alimentare, questione legata alle dinamiche di potere

L’attuale gestione delle filiere produttive e di consumo riflette i bisogni delle categorie sociali maggiormente privilegiate, trascurando le necessità dei gruppi più vulnerabili. Tali dinamiche sono osservabili negli Stati Uniti, ma soprattutto in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia. In questi due Continenti, l’eredità coloniale ha plasmato il funzionamento dei sistemi alimentari, senza tenere conto dei bisogni delle comunità locali. È importante che le ricerche scientifiche applichino un approccio decoloniale, utile a cambiare prospettiva e studiare categorie sino ad ora lasciate ai margini.

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Guerra Russia-Ucraina, debolezza e crisi del diritto internazionale

Mentre l’Ucraina comincia a ricevere i primi aiuti militari da parte di alcuni Stati europei, le norme per il mantenimento della pace internazionale vengono gravemente messe in crisi dalla situazione in corso. L’aggressione perpetrata dalla Russia al territorio ucraino è una chiara e preoccupante minaccia alla pace e come tale è perseguibile per legge. Ma il ruolo della Federazione Russa come membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fa sì che una reazione sul piano legale da parte degli altri Paesi sia estremamente complessa. Anche se non impossibile.

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Ucraina, fasi e motivi di otto anni di crisi e instabilità geopolitica

Mentre le minacce della Russia di invadere l’Ucraina si fanno pressanti, è utile ripercorrere la storia di questo vasto e strategico Stato cuscinetto posto tra i territori europei e quelli della Federazione Russa. Dal 2014, anno della caduta del Governo del presidente Yanukovich, l’Ucraina vive una profonda crisi economica, politica e diplomatica che ha finito per ostacolare le auspicate riforme e rendendo la nazione vulnerabile e dipendente dal sostegno esterno. La guerra russo-ucraina conta già decine di migliaia di morti, motivo per scoraggiare l’attacco della Russia e risolvere la crisi interna.

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Energie rinnovabili alimentano conflitto nell’ultima colonia d’Africa

Un preoccupante caso di “greenwashing” è in atto nel Sahara occidentale, abitato con scarsa densità dal popolo saharawi. Area ricca di fosfati nel sottosuolo, e su una superficie assolata e ventosa, è al centro degli interessi del Marocco che di fatto la occupa, spostando l’attenzione pubblica sugli impianti eolici e solari che lì sta costruendo per aumentare la sua quota di energie sostenibili. Se da una parte il Paese nordafricano sfodera apprezzabili piani d’azione per la lotta all’emergenza climatica, lo fa sfruttando un territorio non suo e impedendo l’autodeterminazione di un popolo.

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Parlano le donne migranti, quei viaggi segnati da violenze e abusi

Un elevatissimo numero di giovani donne ogni anno migrano, dall’Africa o dall’Asia, verso l’Europa o altri luoghi considerati più sicuri. Lo studio riportato nell’articolo mette in luce, attraverso racconti e dati, le violenze psicologiche e fisiche che queste persone – persino in tenera età – sono costrette a subire, oltre che nei loro Paesi di origine, anche durante i viaggi di migrazione e nei luoghi di destinazione. Diventa quindi sempre più necessaria l’implementazione di servizi di prevenzione e protezione che possano tutelare le donne migranti e affiancarle nei loro percorsi di reintegrazione e resilienza.

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Ruanda e Senegal sedi per produzioni africane vaccino anti-Covid

La società tedesca BioNTech ha firmato un accordo con il Ruanda e il Senegal per la realizzazione di due impianti per la produzione dei vaccini contro il nuovo coronavirus. Si tratta di un evento eccezionale in quanto consentirebbe in tempi relativamente rapidi di produrre in loco le dosi necessarie a colmare l’ammanco attualmente presente sul mercato e di aumentare la copertura vaccinale nel continente africano. Le motivazioni dietro questo accordo, che dovrebbe porterebbe all’eliminazione delle disuguaglianze di accesso ai vaccini, si basano però anche su calcoli di natura economica legati dunque al profitto.

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Amazzonia, riforestazione spontanea non compensa aumento CO₂

L’incremento dei terreni agricoli per le coltivazioni intensive è la principale causa del vasto disboscamento in Amazzonia. Non sempre, tuttavia, i bulldozer rappresentano la fine della storia: quasi il 30% della terra disboscata viene abbandonata dopo il suo utilizzo, rigenerando nuova vegetazione. Questi habitat, noti come foreste secondarie, sono in grado di assorbire CO₂ dall’atmosfera ma, come dimostra un recente studio, riescono a compensare solo il 9% delle emissioni generate dal disboscamento. Servono cambiamenti drastici per non fallire gli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi.

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Lago Ciad, tra prosciugamento e sfruttamento privato delle acque

Il lago Ciad è una fonte essenziale di sostentamento per la popolazione del nord-est della Nigeria e per le comunità dei Paesi limitrofi. Negli ultimi decenni, tuttavia, gli abitanti di queste zone si sono trovati ad affrontare grandi sfide come l’abbassamento del livello delle acque e il degrado ambientale. Tra le tante soluzioni proposte c’è quella del Progetto Transaqua, che prevede la deviazione al lago delle acque di alcuni affluenti del fiume Congo. Attraverso un accordo con Power China, l’Italia ha appoggiato tramite Bonifica S.p.A. il colossale progetto, riaprendo però la complessa disputa tra i diversi attori statali e non statali interessati allo sfruttamento del bacino.

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La crisi in Afghanistan, quali scenari si aprono per il Medio Oriente

Il ritorno al potere dei talebani in territorio afghano sta scuotendo il mondo. Sebbene l’avanzata stesse proseguendo da qualche tempo, la presa di Kabul si è consumata nel giro di poche ore lasciando alle autorità statunitensi – presenti nel Paese da 20 lunghi anni – solo la possibilità di una fuga precipitosa. E lasciando ai cittadini ben poche, e disperate, possibilità di salvezza. Tutto questo si sta consumando all’interno di un quadro politico ed economico complesso che coinvolge l’intera regione mediorientale. Gli interessi in gioco sono molteplici e le conseguenze, per lo più nefaste, sono visibili all’orizzonte.

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