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Fortezza Europa, respingimenti illegali e spietata caccia al migrante

La protezione internazionale è un diritto fondamentale concesso a coloro che fuggono da persecuzioni. In assenza di vie legali di migrazione, le persone sono obbligate a fuggire in modo irregolare. Tale condizione è aggravata da un sistema che mira incessantemente all’esternalizzazione delle frontiere in nome di quel nevrotico ideale che è la Fortezza Europa. Un ideale posto in essere a tutti i confini d’Europa attraverso spietati respingimenti, in terra e in mare. Operazioni violente, disumane e che violano i diritti delle persone e le norme giuridiche internazionali.

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Emergenze umanitarie attese nel 2022, frutto di incapacità politica

Afghanistan, Etiopia e Yemen guidano la classifica globale delle crisi umanitarie più preoccupanti all’alba del nuovo anno. 20 osservati speciali contano da soli il 90% delle 274 milioni di vite legate a doppio filo all’assistenza alimentare, l’80% dei rifugiati e richiedenti asilo, e il 76% degli sfollati interni. Non sono mai stati così alti i livelli di bisogno tra i più vulnerabili del pianeta. Conflitti, cambiamento climatico e Covid-19 hanno creato più affamati e sfollati. Per l’Emergency Watchlist 2022 è allarme “Fallimento del sistema”. L’International Rescue Committee punta il dito contro l’intera comunità internazionale.

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In Africa torna il tempo degli “uomini forti”, la risposta dei giovani

La politica africana è dominata da personaggi che non rispecchiano la demografia delle rispettive nazioni. È raro trovare leader con meno di 50 anni e così il Continente con l’età media più bassa si ritrova ad essere guidato da politici spesso over 60. La gioventù africana reclama una maggiore inclusione nello sviluppo politico e nel futuro dei suoi Paesi. Negli ultimi due anni, tuttavia, una nuova serie di colpi di Stato sembra aver riportato a galla vecchi spettri e dinamiche del passato. In Guinea e Sudan i giovani hanno risposto a questi eventi in modi diversi, esprimendo tuttavia un malessere condiviso.

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Libia, le elezioni non “legano” il Paese. Quasi certo ormai il rinvio

Non sembra trovare pace la nazione nordafricana dilaniata da guerra e instabilità. L’appuntamento per scegliere il nuovo presidente doveva essere una tappa storica per la ricostruzione democratica e il superamento dello stallo politico. Tuttavia, in un clima sempre più teso, probabilmente il popolo non andrà alle urne. Lo Stato, di fatto, non esiste e le candidature continuano a proporre le antiche divisioni e fazioni che si sono date battaglia negli anni scorsi. Tra flebili speranze e tante incertezze, si allarga l’ombra di un nuovo conflitto e si allontana il voto del 24 dicembre.

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Il Covid-19 limita le migrazioni. Crescono però gli sfollati interni

Secondo l’OIM, nel corso del 2020 si è registrato un drammatico aumento del numero di sfollati interni per via di conflitti, disastri naturali, violenze. L’UNFPA ha lanciato la campagna globale “Bodyright” contro la violenza di genere online. Deferita, ancora una volta, la decisione sulla rappresentanza diplomatica di Afghanistan e Myanmar all’Assemblea Generale ONU. Cresce il rischio di estinzioni delle libellule a causa della progressiva distruzione delle zone umide determinata “dall’urbanizzazione e dall’agricoltura non sostenibile”. Prosegue il braccio di ferro tra ECOWAS e Mali sulla data delle elezioni nel Paese africano.

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Sabrina Onana, un doc per affrontare stereotipi su afrodiscendenza

Sabrina Onana è una giovane regista italocamerunese di Napoli e trasferita a Parigi. Ha dato vita ad un progetto che indaga sugli afroitaliani, sullo ius soli, e sulle seconde generazioni. Sabrina è anche fotografa, insomma una persona a cui piace raccontare attraverso il mezzo visivo o audiovisivo. Ha studiato sociologia alla Sorbona ed è lo sguardo ad una società che cambia che ha ispirato “Crossing the color line“, documentario in due parti in cui racconta le giovani generazioni di afroitaliani, dà loro voce e mette in luce le incongruenze di una società (e di una politica) che non sa osservare e gestire il cambiamento.

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Energie rinnovabili alimentano conflitto nell’ultima colonia d’Africa

Un preoccupante caso di “greenwashing” è in atto nel Sahara occidentale, abitato con scarsa densità dal popolo saharawi. Area ricca di fosfati nel sottosuolo, e su una superficie assolata e ventosa, è al centro degli interessi del Marocco che di fatto la occupa, spostando l’attenzione pubblica sugli impianti eolici e solari che lì sta costruendo per aumentare la sua quota di energie sostenibili. Se da una parte il Paese nordafricano sfodera apprezzabili piani d’azione per la lotta all’emergenza climatica, lo fa sfruttando un territorio non suo e impedendo l’autodeterminazione di un popolo.

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Parlano le donne migranti, quei viaggi segnati da violenze e abusi

Un elevatissimo numero di giovani donne ogni anno migrano, dall’Africa o dall’Asia, verso l’Europa o altri luoghi considerati più sicuri. Lo studio riportato nell’articolo mette in luce, attraverso racconti e dati, le violenze psicologiche e fisiche che queste persone – persino in tenera età – sono costrette a subire, oltre che nei loro Paesi di origine, anche durante i viaggi di migrazione e nei luoghi di destinazione. Diventa quindi sempre più necessaria l’implementazione di servizi di prevenzione e protezione che possano tutelare le donne migranti e affiancarle nei loro percorsi di reintegrazione e resilienza.

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Spagna, proposta di legge per punire i crimini dell’era franchista

Psoe e Unidas Podemos hanno presentato un emendamento alla “Legge sulla Memoria Democratica”, volto a permettere la perseguibilità dei crimini commessi durante la dittatura franchista. In Somalia, il cambiamento climatico sta determinando una gravissima siccità. La CEDU ha chiesto alla Russia di porre fine alla discriminazione verso le donne in materia di affidamento dei figli. Mentre 193 Stati hanno adottato il primo accordo globale sull’etica dell’Intelligenza Artificiale. In Senegal si è svolto il vertice Africa-Cina: commercio e sicurezza i principali temi degli incontri.

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Karim Metref, dall’Algeria ad un’Italia dalle tante voci migranti

Nato in Algeria è in Italia da oltre vent’anni. Karim Metref è educatore, ha lavorato per molti anni come giornalista e animatore radiofonico nella città dove vive, Torino. Continua a scrivere come indipendente ma si dedica anche a diffondere le voci, la scrittura, dei migranti. Karim dà spazio a questa letteratura attraverso un progetto online che si chiama Letterranza. Molto interessante soprattutto per capire l’Algeria, il suo sito Divagazioni. In questa intervista, tra le altre cose, ci avvicina al suo Paese, che negli anni delle lotte per le indipendenze divenne polo di attrazione per i movimenti di liberazione nel mondo.

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