Autore: Violetta Silvestri

Giustizia sociale, quanto è attuale oggi la teologia della liberazione

Vivere la fede cristiana come lotta per l’emancipazione, i diritti degli oppressi, il riscatto dalla povertà è quanto si prefigge uno specifico movimento del cattolicesimo sviluppatosi soprattutto in America Latina, ancora attivo oggi. Dall’esperienza di Viviana Premazzi, che ha scritto un libro su questo approccio teologico, approfondiamo il tema di come la dimensione religiosa possa sconfinare nell’azione politica e sociale in modo costruttivo. Anche tra le tante difficoltà nell’interpretare i testi sacri in termini di inclusione e di accoglienza delle diversità.

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Libia, a un mese dalle inondazioni la situazione rimane drammatica

Il crollo di due dighe in seguito a piogge torrenziali di eccezionale portata hanno spazzato via città, quartieri, strade, edifici, industrie oltre a provocare migliaia di vittime, come in un bollettino di guerra: questa la situazione nel Nord-Est libico dopo la tempesta di metà settembre. Con ancora 10.000 e oltre persone disperse, il bilancio dei morti potrebbe superare i 15.000. In un Paese politicamente instabile e diviso, con i segni ancora vivi di una guerra e di scontri violenti tra fazioni, la catastrofe umanitaria non può che aggravarsi. Intanto, i sopravvissuti hanno perso tutto.

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La falsa propaganda per i diritti umani accettata dall’Occidente

L’Egitto e Stati sempre più strategici sul piano internazionale come la Turchia, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono da anni impegnati a ridisegnare la propria immagine, da nazioni autoritarie e prive di libertà a Governi moderni attenti al rispetto dei diritti. Tuttavia, uno sguardo più approfondito queste politiche, spesso celebrate come rivoluzionarie, rivela quanto esse siano opache e carenti di tutele concrete nei confronti dei cittadini. Il dissenso continua a essere osteggiato con crudeltà anche in presenza di piani nazionali che esaltano la libertà di espressione. Con l’approvazione, tacita, del mondo occidentale democratico.

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Ricordando Mandela, tante iniquità nel Sudafrica per cui ha lottato

Il 18 luglio è la giornata mondiale dedicata a Nelson Mandela: cosa resta dei suoi sforzi per combattere il sistema di segregazione razziale? Di certo, l’esempio di una battaglia per la convivenza pacifica di comunità diverse e l’impegno per eliminare ingiustizie sociali che però restano ancora evidenti. Dall’accesso alle risorse, all’impatto del cambiamento climatico fino all’inclusione nelle città, sono tante le facce della povertà. Tante da non poter dire la lotta conclusa. Ne abbiamo parlato con due professori, per una riflessione sull’eredità di questo personaggio iconico.

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Sicurezza sociale, aumentano vulnerabilità e divari del benessere

4 miliardi di persone, ovvero circa il 55% della popolazione mondiale, sono fuori da ogni assistenza basilare, riguardante il diritto all’alimentazione, alle cure, all’istruzione, a un lavoro e a una vita dignitosa. Si tratta della drammatica sintesi dell’attuale lacuna in tema di giustizia sociale. Troppe disuguaglianze e sofferenze stanno colpendo milioni di persone a livello globale, chiamando urgentemente i Governi ad agire per una società equa e di pace. Inflazione insostenibile, guerre, crisi climatica e meccanismi di finanza globale stanno distruggendo il futuro di intere generazioni.

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Turchia al voto, lo sguardo del mondo e l’autoritarismo di Erdoğan

Si accendono i riflettori sulla chiamata alle urne per scegliere il presidente turco: l’evento politico ha una risonanza globale, considerando l’importanza del Paese a livello geopolitico. Lo scontro, dall’esito incerto, è tra Erdoğan e il leader dell’opposizione Kılıçdaroğlu. Al centro della contesa c’è la guida di una nazione indebolita sul fronte delle istituzioni democratiche, dei diritti umani e delle libertà civili. Con una crisi economica pesante e l’ambizione di avere un ruolo da protagonista nel Mediterraneo, in Siria e come membro Nato, lo Stato turco affronta una tornata elettorale cruciale e complessa.

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Libia in un limbo, secondo esperti il voto non risolverà l’instabilità

Un Paese diviso in due Governi, uno Stato unitario inesistente, la fragilità economica, una società ormai stanca della violenza, i crimini contro l’umanità verso i migranti, il petrolio e il gas ad attrarre le potenze internazionali assetate di energia, Italia in primis: questa è la Libia di oggi, che ancora rincorre elezioni nazionali diventate quasi un miraggio. Dal 2011 questo Paese nordafricano non trova pace e tenta di sopravvivere intrappolato nelle macerie di conflitti e violenze. Con la complicità degli attori esterni alla ricerca di una sfera di influenza.

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Quando la tecnologia diventa sistema di oppressione e controllo

Tra le cause di violazioni di diritti umani e delle libertà basilari dei cittadini nel mondo, spesso c’è l’impiego irresponsabile e senza scrupoli di sistemi e apparecchiature all’avanguardia. L’entusiasmo per la disponibilità di droni, applicazioni di intelligenza artificiale per il riconoscimento delle persone e sofisticati metodi di sorveglianza si scontra con la pericolosità di questi dispositivi tanto innovativi quanto pericolosi nelle mani di Stati autoritari e anche democratici. Senza regole internazionali e una disciplina chiara, tali sistemi rischiano di fortificare solo sistemi di potere e controllo oppressivi che restano impuniti.

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L’accesso alle cure non è per tutti, l’Italia che discrimina sulla salute

Assenza di ambulatori e di servizi medici di base nei territori periferici, inefficienza amministrativa, ostacoli burocratici: questi alcuni motivi alla base di inaccettabili disuguaglianze nell’ambito sanitario in Italia. Curarsi è un sacrosanto diritto di ogni individuo e se lo Stato ne impedisce il pieno godimento sta tradendo lo spirito democratico. Nel nostro Paese questi disagi esistono, eppure basterebbe poco per evitare storture e sprechi di risorse. Ne parla Andrea Belardinelli, che con Emergency cerca di rispondere a bisogni gravemente trascurati, dai quali scaturiscono solo disagi e danni a tutta la collettività.

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Segregazione scolastica: quando muore il senso di scuola pubblica

Creare un sistema educativo pubblico che seleziona i suoi alunni in base alla cittadinanza è distorsivo della realtà sociale multietnica e contrario alla missione pubblica della formazione scolastica. Eppure, per una serie di fattori, proprio questo fenomeno si sta radicando in quelle aree nazionali in cui c’è una maggiore presenza di bambini e ragazzi stranieri. La tendenza a creare ambienti omogenei, scegliendo di iscrivere i figli in scuole con studenti soprattutto italiani, è un fenomeno sociologico studiato: “white flight“, esodo dei bianchi. Perché si rischia di impoverire il percorso di crescita dei bambini e svilire la missione dell’insegnamento.

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