Autore: Elena Intra

Madagascar, un patrimonio naturale a rischio di estinzione

Il prossimo 19 dicembre si terranno le elezioni presidenziali in Madagascar. Il risultato sarà fondamentale per il futuro del Paese e della sua biodiversità, di inestimabile importanza per tutto il pianeta. Alcuni dei siti più incontaminati della Terra, nonché numerose specie di animali e piante in grave pericolo di estinzione, si trovano infatti in questa regione e sono attualmente minacciati da banditi e cacciatori violenti che non si fermano di fronte a niente e nessuno. Le popolazioni vivono nella paura e sperano che il voto porterà un cambiamento che al momento è disperatamente necessario.

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Giordania, quelle inondazioni che portano morte e paura

Sempre più spesso, eventi metereologici estremi accadono in modo allarmante in tutto il mondo. Solo in Giordania, negli ultimi mesi pesanti alluvioni hanno colpito diverse zone tra cui la famosa antica città di Petra, causando vittime e disagi. L’intensificazione agricola, lo sviluppo incontrollato e la crescita della popolazione, insieme ai fenomeni dei cambiamenti climatici, contribuiscono al verificarsi di questi disastri. Al fine di prevenire ulteriori peggioramenti, è ora fondamentale migliorare la gestione delle risorse e istruire maggiormente le popolazioni, specialmente nelle aree rurali.

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Kazakistan, è lì che si sta formando il nuovo ordine eurasiatico

Da un punto di vista politico e commerciale, nei prossimi anni gli occhi restano puntati sull’Eurasia, dove stanno avvenendo enormi cambiamenti. Il Kazakistan, in particolare, si trova in una posizione strategica al centro degli interessi delle due superpotenze vicine: Cina e Russia. Entrambe puntano molto sulla regione, i cinesi con la creazione di nuovi corridoi commerciali, i russi con la loro area di influenza. Tuttavia, per quanto promettenti possano sembrare le prospettive, i benefici per i kazaki tardano ad arrivare e il rischio è che il Paese rimanga succube del braccio di ferro tra Pechino e Mosca.

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Liberia, la dittatura delle multinazionali che acuisce la povertà

Nonostante un passato non segnato da una formale dominazione coloniale, lo Stato liberiano da lungo tempo è stretto nella morsa di una contraddizione che vede le grandi società internazionali sfruttare senza ostacoli risorse del terreno e lavoro a basso costo. Il Governo dal canto suo tende ad appoggiare e favorire gli investimenti esteri, condannando così la popolazione a una situazione di stallo caratterizzata da analfabetismo, povertà e disuguaglianza, respingendo con la forza qualsiasi tentativo di protesta.

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Brasile, la politica che minaccia ambiente e territori

La candidatura del Brasile per ospitare la Conferenza sul clima (COP25) il prossimo anno ha ricevuto un’ulteriore spinta con l’appoggio da parte del GRULAC, il gruppo che rappresenta la regione latino-americana alle Nazioni Unite. Tuttavia, dato il successo del candidato della destra Jair Bolsonaro alle elezioni presidenziali, la situazione brasiliana è tutt’altro che chiara e distesa. Il nuovo presidente aveva infatti dichiarato di volersi ritirare dall’Accordo di Parigi se le condizioni dovessero rimanere immutate. Patria di uno degli ultimi polmoni verdi rimasti sulla Terra, il ritiro brasiliano potrebbe rappresentare un enorme danno per tutto il mondo.

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Femminismo in Tunisia: elitarismo, sfruttamento ed esclusione

Nel corso della Storia tunisina, il movimento a favore dei diritti delle donne ha raggiunto traguardi importanti che hanno portato a cambiamenti fondamentali. Tuttavia, un’analisi approfondita del panorama femminista nel Paese mette in luce gravi problematiche. Tra queste, l’emarginazione delle donne nere da una partecipazione concreta e l’indifferenza verso le necessità della popolazione rurale. Sembra quindi ancora lunga la strada verso l’uguaglianza con gli uomini, soprattutto perché prima è necessario andare oltre un atteggiamento elitario diffuso tra le stesse attiviste.

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La violenza nelle università marocchine, una crisi sottovalutata

L’ambiente universitario dovrebbe rappresentare un luogo di crescita, cultura ed esperienza per i ragazzi in modo da prepararli poi ad affrontare il mondo esterno e quello del lavoro. Questo non avviene attualmente in Marocco, dove i campus sono ormai teatro di continui scontri che hanno anche provocato vittime. A parte le ideologie e le opinioni politiche differenti che contraddistinguono i vari gruppi, queste brutalità sono il prodotto in parte di un’istruzione inadeguata ma soprattutto di una società profondamente divisa e di uno Stato assente che non ha ancora compreso la fondamentale importanza dei propri giovani.

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Messico, le controverse strategie di Obrador contro il crimine

Lo scorso luglio il popolo messicano ha votato il suo nuovo capo di Stato, eleggendo in maniera schiacciante Andres Manuel López Obrador. Il nuovo Governo entrerà in carica a dicembre ma già si trova di fronte una situazione allarmante: nel Paese si sono registrati infatti negli ultimi anni i più alti tassi di violenza criminale. Se da un lato la campagna di López Obrador sembra voler affrontare in maniera efficace la criminalità organizzata che pervade l’intera società, dall’altra molte premesse rischiano però di ribadire politiche inadeguate e di appesantire un contesto già estremamente difficile.

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Niger, la radio strumento dell’emancipazione femminile

Matrimoni forzati, spose bambine, poligamia e discriminazioni di genere sono ampiamenti diffusi all’interno della popolazione nigerina, ancora profondamente dominata da una cultura maschilista e patriarcale. Se a questo si aggiunge un grave analfabetismo e la difficoltà di usufruire di elettricità o Internet, la situazione delle donne nel Paese appare seriamente compromessa e relegata alle mura domestiche. Tuttavia rimane la radio, che non solo rappresenta spesso l’unica fonte di informazione, ma si sta anche dimostrando un valido strumento per l’emancipazione e l’indipendenza di queste donne.

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India, il moralismo delle leggi sulla tratta e prostituzione

Una delle piaghe più controverse che colpisce la società indiana è la dilagante tratta degli esseri umani. La legge attualmente in vigore presenta contraddizioni e rischi che mettono in pericolo la vita delle vittime. La nuova proposta legislativa non sembra peraltro promettere di risolvere la già pesante situazione. Nonostante alcuni punti di forza, il testo presenta infatti programmi di intervento simili a quelli già presenti e mal funzionanti, in particolare viene sistematicamente ignorata la volontà delle vittime, che spesso tornano in un contesto di abusi e violenza, come intrappolate in un circolo vizioso infinito.

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