Autore: Antonella Sinopoli

La politica del closed access e il verbo ‘to Mubarak’

La proposta di David Cameron di isolare i social network fa discutere: anche per lui è stato coniato il verbo ‘to Mubarak’. Internet come covo di cospiratori o come mezzo per stimolare un maggior rispetto dei diritti e denunciare gli abusi? Intanto lascia sconvolto il mondo della Rete, ma non solo, l’omicidio a sangue freddo di un giovane pachistano da parte delle forze di polizia. Su YouTube le drammatiche sequenze del fatto.

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L’ingenuità creativa degli africani, via al ‘Maker Faire’

Torna il Maker Faire Africa, giunto alla sua terza edizione. L’appuntamento è dal 6 all’8 ottobre al Cairo. Invenzioni e innovazioni di ogni genere: dall’hi-tech all’uso di materiale di scarto, da nuove tecniche agricole all’utilizzo dell’energia solare.
Un’ulteriore occasione per conoscere l’enorme potenziale della creatività africana, ma anche un evento per imprenditori lungimiranti alla ricerca di novità e prodotti su cui investire.

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La tecnologia contro l’omofobia

Soprusi e discriminazioni nei confronti degli omosessuali sono all’ordine del giorno – soprattutto in certi Paesi. Ma i social media hanno sviluppato canali di comunicazione che stanno aiutando il cambiamento di mentalità. E aiutano a rendere pubbliche le lotte di quanti sfidano giudizi morali e leggi punitive per quello che in alcuni Stati è considerato un crimine. Azioni che spesso mettono in pericolo la loro vita.

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25 giugno, per un mondo libero dalle armi nucleari

Il 25 giugno è il giorno del “Nuclear abolition day”, una campagna che si svolge in tutte le nazioni del mondo per chiedere il totale disarmo nucleare. L’occasione è data dall’incontro in programma il 29 e 30 giugno a Parigi dove Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina si incontreranno per discutere – ancora una volta – del Trattato di non proliferazione. Nel mondo si calcolano più di 20.000 armi nucleari e l’Italia ne “ospita” 90.

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Attivismo online, le mille censure dei governi africani

In molti Paesi africani è in atto una continua censura che limita l’attivismo on line e l’uso di Internet. Sul tema c’è scarsa attenzione da parte del mondo occidentale, concentrato in questi ultimi tempi esclusivamente su ciò che accade in Medio Oriente e in Nord Africa. Ma Paesi come la Costa d’Avorio, l’Uganda e il Sudan portano avanti una dura politica repressiva della libertà in Rete.

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Le parole in Rete, le rivoluzioni nelle piazze

Il ruolo dei Social Network nelle proteste in Nord Africa e Medio Oriente, enfatizzato o sminuito. Se ci affidiamo alle statistiche scopriamo che la diffusione di Internet in quelle aree è molto bassa. Il clamore l’ha creato una sorta di cooperazione tra i dimostranti della piazza e quelli, dall’Occidente, collegati in Rete. Una sorta di “cittadinanza attiva comune” che ha coinvolto persone che avevano a disposizione strumenti diversi: chi solo la parola, chi anche Internet per diffonderla.

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