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Il Covid-19 limita le migrazioni. Crescono però gli sfollati interni

[Agenda 1 – 14 dicembre 2021. Tenere una finestra aperta sul mondo. In questa prospettiva, la nostra rubrica quindicinale racconta, attraverso cinque notizie, quanto accade nel panorama internazionale, in linea con le tematiche di Voci Globali.]

Immagine tratta da Pixabay – Licenza CC

Giustizia sociale – In aumento gli “esodi forzati” nonostante le restrizioni per la pandemia

Nel corso del 2020, si è verificato un drammatico aumento degli sfollati interni a causa di conflitti, disastri naturali, violenze. Mentre “la mobilità globale è stata fermata dalle restrizioni ai viaggi per il COVID-19″. In altre parole, “stiamo assistendo a un paradosso mai visto prima nella storia dell’umanità. Il direttore generale dell’OIM (Organizzazione Internazionale pe le Migrazioni) – Antonio Vitorino – si è così espresso in occasione della pubblicazione del “World Migration Report 2022“, il 1° dicembre. Il numero di passeggeri aerei a livello globale è infatti sceso del 60% (1,8 miliardi rispetto ai 4,5 miliardi del 2019). Allo allo stesso tempo, il numero degli sfollati interni è salito a 40,5 milioni (in aumento rispetto ai 31,5 milioni del 2019). Un report diverso da qualsiasi altra edizione precedente. Contiene approfondimenti su aspetti cardine del fenomeno migratorio: il cambiamento climatico a insorgenza lenta; i legami tra pace, sviluppo e migrazione; il traffico di esseri umani nei percorsi migratori; gli impatti del COVID-19; la disinformazione sul tema, il ruolo dell’Intelligenza Artificiale.

Diritti umani – Al via la campagna internazionale “Bodyright” contro la violenza di genere online

La violenza online è una violazione dei diritti umani. Pertanto, “i responsabili politici, le aziende tecnologiche e le piattaforme di social media” dovrebbero iniziare a prendere sul serio gli abusi basati sull’immagine, la svalutazione degli esseri umani e la misoginia digitale. È questo il fulcro della campagna globale “Bodyright”, lanciata dall’UNFPA (United Nations Population Fund) il 2 dicembre e tesa a difendere il diritto di donne, minoranze etniche, comunità LGBTQ+ a essere protetti dalla violenza di genere online. A rappresentare la campagna il simbolo ⓑ, da aggiungere ai post sui social per chiedere che “le immagini dei nostri corpi ricevano lo stesso rispetto e protezione online di cui godono musica, film, loghi aziendali“. Secondo i dati presentati, l’85% delle donne a livello globale ha subito violenza digitale o è stata testimone di abusi perpetrati contro altre donne. Il 57% è stata vittima di uso non consensuale di proprie immagini o video. Il 96% dei video deepfake online sono pornografia, avente ad oggetto solo donne.

Politica internazionale – Ancora “vuoti” i seggi ONU di Afghanistan e Myanmar

L’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti ha approvato, il 6 dicembre, una risoluzione con la quale viene deferita a data da destinarsi la decisione sulla rappresentanza diplomatica di Afghanistan e Myanmar all’interno del Palazzo di Vetro. Questo significa che i “vecchi” ambasciatori dei due Paesi continueranno a ricoprire la loro carica, nonostante considerati dai Talebani e dalla Giunta militare birmana “rappresentanti illegittimi” dei propri Governi. L’afghano Ghulam Isaczai – nominato dalle precedenti autorità – ha infatti in più occasioni criticato i Talebani, accusandoli di aver creato un Esecutivo poco inclusivo nonché di violare i diritti umani. Parimenti, il birmano Kyaw Moe Tun ha espresso la propria contrarietà ai militari, sostenendo apertamente il movimento di opposizione. Le Nazioni Unite sono ora concentrate sui bisogni del popolo afghano: circa 23 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria dopo la presa di potere dei Talebani nell’agosto scorso. E al contempo, spingono per una soluzione pacifica della crisi scatenatasi in Myanmar a seguito del Golpe del 1° febbraio.

Ambiente – Libellule a rischio estinzione per la scomparsa di zone umide

Nell’ultimo aggiornamento della Lista Rossa delle specie minacciate – pubblicato il 9 dicembre – l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha segnalato il rischio di estinzione di libellule e damigelle. Nel nostro Pianeta sono state individuate 6.016 specie di questi insetti. Il 16% sta però scomparendo. La causa sarebbe da ricercare nella distruzione di paludi, torbiere, acquitrini, determinata “dall’urbanizzazione e dall’agricoltura non sostenibile”. “Le paludi e le altre zone umide possono sembrare improduttive e inospitali per l’uomo. In realtà, forniscono servizi essenziali, ha spiegato Bruno Oberle – direttore generale dell’IUCN. Infatti, “immagazzinano CO2, ci forniscono acqua pulita e cibo, ci proteggono dalle inondazioni. E sono l’habitat per una su dieci delle specie conosciute al mondo”. Uno degli aspetti più allarmanti è che “stanno scomparendo a un ritmo tre volte più rapido rispetto a quello delle foreste. I cambiamenti climatici e l’abuso di sostanze chimiche nocive (pesticidi in primis) stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di questi insetti in ogni parte del globo.

Africa – Ancora braccio di ferro tra ECOWAS e Mali sulle elezioni

Le elezioni in Mali dovranno svolgersi entro la fine di febbraio 2022“. Il presidente dell’ECOWAS – Jean Claude Brou – il 12 dicembre, ha chiarito in modo inequivocabile la posizione dell’organizzazione regionale, che peraltro è pronta ad adottare nuove sanzioni contro lo Stato africano in caso di mancato rispetto della scadenza fissata nella “Carta di Transizione”. Il giorno successivo, il Governo maliano ha – dal canto suo – dichiarato di “essere rammaricato della decisione dell’ECOWAS”, esprimendo la propria disponibilità a proseguire il dialogo per rendere possibile lo svolgimento di elezioni “libere e credibili”. A suo avviso, le scelte del blocco regionale “non tengono conto delle profonde aspirazioni del popolo maliano” e “degli sforzi compiuti dalle autorità transitorie per fronteggiare le molteplici sfide del Paese” per raggiungere “pace e stabilità”. Il colonello Assimi Goita – leader dell’Esecutivo – ha comunque promesso che fornirà il calendario elettorale entro la fine del prossimo gennaio. Il processo elettorale in Mali è stato più volte rinviato anche in ragione della deriva sempre più autoritaria assunta dal Governo di transizione.

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