L’epidemia di ebola nella Repubblica Democratica del Congo, che ha causato la morte di 2.099 persone, viene ampiamente diffusa dai media di tutto il mondo. Ma un altro virus, silenziosamente, sta devastando il Paese. Questo virus è il morbillo che nel 2019 ha già ucciso 3667 persone, prevalentemente bambini tra i 6 e i 59 mesi.
L’epidemia di morbillo in Repubblica Democratica del Congo è stata dichiarata dal ministero della Sanità il 10 giugno 2019. Si tratta dell’epidemia che ha causato il maggior numero di decessi nel Paese dal 2011. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i casi di morbillo in Africa nel primo trimestre del 2019 sono aumentati del 700% rispetto ai casi del primo trimestre del 2018.
A partire da gennaio 2019, l’epidemia ha toccato tutte le 26 province del Paese, in particolare le province dell’Equateur, di Mongala, del Kwilu, del Kwago, di Mai Ndombe et del Kasai Oriental. Sono stati individuati casi positivi al morbillo in 192 Zone de santé (Zone di salute) sulle 519 totali.
Durante questo periodo sono stati riportati 183.837 casi sospetti, di cui 5.989 confermati. Analizzando i dati aggiornati al 17 settembre 2019, 3.667 persone hanno perso la vita. Per la maggior parte, dicevamo, si tratta di bambini dai 6 ai 59 mesi. Morti evitabili.
Tutto questo sebbene il morbillo abbia un tasso di mortalità molto inferiore rispetto all’ebola, il 2% rispetto al 60% circa. In una settimana in cui le epidemie hanno toccato uno dei livelli di presenza maggiore, dal 5 al 11 agosto 2019, si può osservare come i numeri relativi al morbillo e quelli relativi al virus ebola siano molto differenti. Per quanto riguarda il morbillo, sono stati segnalati 5.600 casi sospetti, con 141 morti. Mentre per quanto riguarda l’ebola nella stessa settimana, sono stati individuati 63 casi confermati e 45 decessi.
Questo significa che, in media, il morbillo uccide circa tre volte più persone alla settimana dell’ebola.
Il morbillo è una malattia virale che colpisce i bambini e che può essere – come sta accandendo nella RdC – mortale. Nei Paesi in via di sviluppo, il morbillo è più dannoso rispetto altre zone del mondo poiché è associato alla malaria e alla malnutrizione. Questa però è una malattia evitabile, grazie a un vaccino sicuro, economico ed efficace. I risultati delle vaccinazioni negli anni sono positivi. Infatti, dal 2000 i numeri di decessi dovuti al morbillo si è ridotta dell’84%.
Se il vaccino è economico ed efficace perché in Repubblica Democratica del Congo si continua a parlare di epidemia di morbillo?
Certamente, le vaccinazioni sono presenti anche in questo paese, ma per fare in modo che un programma di vaccinazione sia efficace almeno il 92-95% della popolazione deve essere immunizzato. Purtroppo questa immunizzazione manca. Secondo una ricerca del MICS 2017-2018 solamente il 57% della popolazione congolese è coperta da tale vaccino.
In molti casi, nonostante ci siano programmi di vaccinazioni collegate a campagne, la copertura dell’intera popolazione continua ad essere difficile. Questa mancanza di risultati positivi è dovuta, principalmente, alla situazione di instabilità del Paese.
Le regioni maggiormente colpite dall’epidemia sono le stesse regioni che da anni vivono in emergenza umanitaria continua. Le organizzazioni umanitarie presenti sul territorio quotidianamente devono affrontare sfide sul campo: attacchi da parte di gruppi armati, sfiducia da parte della comunità, scarse risorse disponibili.
Ad esempio in una delle regioni più colpite dall’epidemia, il Kasai, una regione centrale, gli interventi preventivi sono complicati. Le difficoltà sono molte: le distanze da percorrere, lo stato delle strade, la dispersione della popolazione, la mancanza di strutture medicali adatte, la malnutrizione e la malaria che colpiscono duramente i bambini. Queste problematiche sono presenti anche in altre regioni come il Katanga, regione orientale.
La percezione che la risposta internazionale al morbillo sia minore rispetto allo sforzo contro l’ebola suscita sfiducia e rabbia all’interno della Repubblica Democratica del Congo.
Il morbillo a livello globale rappresenta una minaccia minore rispetto a quella dell’ebola, poiché in tutto il mondo i programmi di vaccinazione sono diffusi ed efficaci (circa il 92% degli Stati Uniti e circa l’86% a livello globale). Anche i Paesi con sistemi sanitari ben sviluppati faticherebbero a contenere un’epidemia di ebola, mentre un’epidemia di morbillo in un Paese con un’immunità generalizzata avrebbe un impatto minore da un punto di vista sociale, medico ed economico.
La risposta globale si concentra sulla paura dell’avanzata dell’epidemia ebola e non sui numeri di decessi dovuti al morbillo.
Questo si nota chiaramente osservando i dati relativi ai finanziamenti ottenuti dall’OMS durante il 2019. L’OMS ha raccolto quasi 114 milioni di dollari per combattere l’epidemia di ebola nella RDC, mentre appena 2,5 milioni di dollari sono stati raccolti per combattere il morbillo.
La comunità mondiale, concentrata sulla paura dell’ebola, sicura che il morbillo non diventerà problema nel futuro, continua a nasconderne le criticità. E, silenziosamente, bambini continuano a morire.