La vera notizia riguardo alle prossime elezioni presidenziali in Gambia è lei, Isatou Touray, classe ’55, candidata a riportare il Paese su altre strade di equità (anche di genere), pace e sviluppo. Attivista, accademica, impegnata su vari fronti nella società e nella politica del suo Paese, Isatou ha già cominciato una campagna elettorale fatta di incontri e dialoghi con la sua gente, macinando chilometri, soprattutto nelle aree rurali.
Le sue “promesse”? Tutte nel piano politico – chiaro e definito – pubblicato sul web. Una presentazione che sa di determinazione ed esperienza. Touray dovrà vedersela con l’attuale presidente – ricandidato – Yahya Jammeh, alla guida del Paese da 22 anni e con il suo maggiore opponente, l’uomo d’affari Adama Barrow.
Jammeh, è conosciuto dalla comunità internazionale per una serie di crimini e di amministrazione “terroristica” del suo Paese. Nel mirino soprattutto i suoi opponenti politici, giornalisti e la comunità LGBT.
Il simbolo della candidata è una scopa, tanti piccoli bastoncini legati insieme a rappresentare l’unità e l’obiettivo comune dei tanti gruppi gambiani. Ma anche il simbolo della pulizia dal passato e del riordino futuro.
“Chi cambierà il Paese se non noi?” è la domanda ripetuta ai suoi concittadini di Isatou Touray. Conosciuta per le sue battaglie a favore delle donne e per l’abolizione della pratica delle mutilazioni genitali femminili, Touray sta sfidando l’establishment mettendo anche a rischio la propria incolumità, secondo Human Rights Watch.
Il Gambia – dichiarato Repubblica islamica dal presidente Jammeh a dicembre dello scorso anno – è un piccolo Paese dell’Africa occidentale. La combinazione di povertà, repressione e scarse aspettative per il futuro starebbe portando molti a tentare di abbandonare il Paese. Così come aveva cercato di fare il celebre lottatore Ali Mbengu, inghiottito dal Mar Mediterraneo mentre cercava di raggiungere l’Italia dopo un viaggio incredibile – come lo sono quelli dei migranti – dal deserto alla Libia.
Le elezioni in Gambia si svolgeranno il 1 dicembre. Una speranza di cambiamento per tanti giovani come Ali.