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Viaggio in Rojava, incontro tra donne all’ombra dell’Isis


Anarkikka e le altre: il viaggio in Rojava di 13 donne. Immagine di Stefania Spanò.

Serve con urgenza una maggiore attenzione alle esigenze specifiche di donne e bambine sopravvissute al conflitto con ISIS. Tutti i campi dovrebbero ricevere dei fondi per garantire assistenza primaria a donne e bambini, non solo quelli dove ci sono presidi internazionali.

Così il comunicato stampa rilanciato dalla delegazione internazionale di donne giuriste, accompagnate da una psichiatra, una video-maker, una giornalista ed una farmacista che ha visitato per una settimana i centri di accoglienza alle popolazioni sfuggite all’ISIS in Turchia, Kurdistan iracheno e Rojava.

Nel seguito il resto del comunicato, che abbiamo ricevuto da Stefania Spanò, in arte Anarkikka, e volentieri rilanciamo.

La delegazione è stata organizzata da IADL (Associazione Internazionale avvocati democratici), in collaborazione con AED-EDL (European Democratic Lawyers) e ELDH (European Association of Lawyers for Democracy and World Human Rights) al fine di verificare e documentare le violazioni dei diritti umani delle donne nel contesto del conflitto con Isis. Hanno preso parte alla delegazione attiviste ed esperte in diritti umani che fanno parte di diverse organizzazioni.
Le delegate nel corso della visita hanno incontrato donne esponenti delle associazioni, delle istituzioni, vittime e testimoni dirette della violenza.

La delegazione ha visitato nel Kurdistan iracheno, in Rojava e Turchia campi governativi e non governativi dove sono accolte donne provenienti dalle aree di Shengal e Kobane.

Gli Stati hanno l’obbligo di garantire una uguale distribuzione dei fondi e degli aiuti internazionali, per assicurare il soddisfacimento delle condizioni di vita elementari delle persone accolte in tutti i campi, e di provvedere a garantire un numero adeguato di personale e servizi di supporto specifici per le esigenze femminili. E’ stato notato favorevolmente che là dove esistono luoghi di ascolto e di rappresentanza femminile all’interno dei campi, le donne hanno espresso una maggiore positività, nonostante le comuni difficoltà materiali.

Le testimonianze raccolte hanno confermato la brutalità dei crimini commessi da Isis: il femminicidio, nelle forme già rese note dai media internazionali, fa parte integrante delle tattiche di annientamento delle popolazioni colpite.

Gli esiti della ricerca saranno presentati in un rapporto che verrà presentato alle Nazioni Unite nel corso della 29ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani di Giugno a Ginevra, insieme ad una esposizione del lavoro grafico illustrato di Stefania Spanò (in arte Anarkikka), che ha preso parte alla delegazione.

ROMA, BERLINO, ISTANBUL, VIENNA.

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