27 Aprile 2024

Sierra Leone

Sierra Leone, il popolo che reagisce stringendosi alla comunità

Nel Paese africano il distanziamento sociale, necessario per rispondere alla pandemia da Covid-19, risulta quasi impossibile da mettere in pratica. I sierraleonesi sono abituati alla vita comunitaria. La collettività è un modus vivendi, attraverso il quale fronteggiare ogni sorta di difficoltà. In questo momento storico, anche in ragione della cruenta guerra civile vissuta e dell’esperienza Ebola, temono l’insorgere di nuove violenze legate alle misure per contenere l’epidemia. E ancor di più, cercano nella propria comunità la forza per andare avanti.

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In Africa la malaria continua ad uccidere, e anche più del Covid

L’arrivo del coronavirus ha catalizzato l’attenzione di politici e sanitari, alle prese con la nuova pandemia. L’emergenza Sars-CoV2 rischia però di spostare risorse preziose per debellare altre malattie come la malaria. Quest’ultima causa ancora 1.100 decessi al giorno, e la battaglia è aperta. Oltre a un maggiore impegno con le diverse comunità, sono necessari finanziamenti e programmi continui di prevenzione. Il movimento panafricano “Zero Malaria Inizia con Me” è un contributo per tenere acceso l’impegno verso una malattia endemica.

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Io, giovane ragazza africana, amo questo continente

Pubblichiamo la testimonianza – scritta per Voci Globali – della ventitreenne sierraleonese Ngozi Monica Cole che, nel suo Paese, ha vissuto l’esperienza della guerra civile (1991 – 2002), poi ha studiato e si è laureata negli USA ed è quindi tornata in Africa. Attualmente lavora come stagista della facoltà nel dipartimento di Arti e Scienze presso l’Università di Ashesi, ad Accra (oltre che blogger attraverso la sua pagina www.sepiadahlia.com). Un esempio che va oltre gli stereotipi ma che che dimostra quanti se ne incontrano lungo il cammino.

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La Sierra Leone vince la battaglia sull’Ebola

Dimesso pochi giorni fa l’ultimo ammalato ufficiale di ebola. Si tratta di una donna, Adama Sankoh, il cui figlio era deceduto a Freetown a causa della malattia, e ora, contagiata ma ormai guarita potrà tornare al villaggio in cui vive. Nonostante la gioia di questo momento, la preoccupazione per il futuro rimane elevata.

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L’intolleranza per l’impunità non rende la CPI nemica della pace

La ricerca di responsabilità per i crimini di guerra rende più difficile l’opera dei mediatori di pace,ma ciò resta necessario. Naturalmente, esiste una tensione continua tra la ricerca della pace e la necessità di giustizia. Ma è inutile far passare misure di impunità per giustizia alternativa. Giustizia e pace possono collaborare, peraltro l’impegno della CPI di porre fine all’impunità è stato sancito dalle Nazioni Unite nel diritto e nella politica internazionale.

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Ebola, se l’aiuto arriva da Internet e dai volontari

Nel mondo c’è più voglia di partecipazione di quanto si immagini. E la Rete può aiutare a gestire l’incontro tra il bisogno e chi vuole dare una mano. Ad oggi sono 4186 le persone che hanno risposto all’appello proposto su Avaaz, la piattaforma online che lancia campagne pubbliche sui diritti e su temi civili e sociali. L’appello riguarda la ricerca di volontari disposti a recarsi nei Paesi africani del West Africa colpiti dall’ebola. Di queste persone circa 3.000 sono pronte a partire. Sarebbe interessante se qualcuna delle persone che andrà laggiù terrà un diario online per raccontare la sua esperienza.

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Freetown: la vita ai tempi dell’Ebola

“A mezzanotte vado giro a bordo di un taxi nell’East End di Freetown, la capitale della Sierra Leone, l’autista è un giovane che si fa chiamare Diritto Umano. È da un anno che Diritto Umano mi accompagna regolarmente nei tragitti urbani in cui faccio salire passeggeri che diventano parte del mio dottorato di ricerca in Antropologia. Di solito la notte nell’East End è movimentata, oggi invece c’è solo una manciata di persone a cui dare un passaggio. ‘Le strade sono a secco’, osserva Diritto Umano.” Un’esperienza diretta dal Paese più colpito dall’Ebola.

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“Destinazione Freetown”: una migrazione al rovescio

In “Destinazione Freetown”, nuovo graphic novel della casa editrice Becco Giallo, Khalid è il protagonista immaginario di un viaggio di ritorno al proprio Paese, la Sierra Leone. Se l’Italia rappresenta la sconfitta del suo antico sogno, seguendo il suo percorso a ritroso esploriamo una terra affamata di futuro. Nel post una nostra intervista agli autori.

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Sierra Leone: Naomi Campbell al processo Taylor

Nel processo nei confronti di Charles Taylor accusato di crimini di guerra e contro l’umanità è stata chiamata a testimoniare Naomi Campbell a cui l’ex presidente della Liberia aveva mandato in dono dei diamanti. Quegli stessi che servivano ad alimentare una sanguinosa guerra civile in Sierra Leone in cui sono stati coinvolti migliaia di bambini soldato…

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