religione

Riad, manovre commerciali e politiche sul quinto pilastro dell’Islam

Il periodo dedicato al pellegrinaggio alla Mecca si è concluso da poche settimane, ma le critiche continuano a pesare sul Governo saudita. Le nuove normative, imposte ufficialmente per combattere le truffe, hanno tagliato fuori un gran numero di fedeli. Inoltre, la rigidità e la stretta sorveglianza delle autorità saudite hanno sollevato forti sospetti su un possibile uso dei luoghi sacri come strumento di pressione e di politica estera. L’Arabia Saudita negli ultimi anni ha mostrato una spiccata propensione per la realpolitik e sembra essere destinata a influenzare gli scenari futuri nella regione.

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LGBTQI, diffuse in tutto il mondo le “terapie di conversione”

Nonostante siano vietate dalla legge in alcuni – pochi – Paesi, le cosiddette “cure” per le persone non eterosessuali sono diffuse a livello globale, dall’America alla Cina, passando per i Paesi africani. Molti tra i soggetti intervistati che sono stati sottoposti a questi “trattamenti” parlano della loro esperienza come di abusi fisici e psicologici, e si scopre che molti di loro sono stati spinti dalle pressioni familiari più che da motivazioni religiose. I numeri estrapolati dallo studio sono solo la punta dell’iceberg di un movimento che aumenta in modo proporzionale alla maggiore consapevolezza globale in merito all’argomento.

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Europa, le lobby religiose all’attacco della democrazia

Alla vigilia delle elezioni europee, openDemocracy rivela una relazione preparata dall’eurodeputata Mairead McGuinness che mette in luce un piano per aumentare l’influenza dei gruppi di pressione religiosi all’interno delle istituzioni UE. Con l’estrema destra che sembra guadagnare sempre più terreno e sostiene valori e ideologie in linea con i gruppi conservatori cattolici, ridurre la separazione tra Chiesa e Stato può rappresentare un pericolo nei confronti di diritti per cui si è combattuto a lungo, e tuttora si deve lottare, in particolare quelli delle donne e degli omosessuali.

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Fatimah, l’artista irachena che insegna la libertà alle donne

Come si vive in Iraq nel 2019? Uno sguardo alla vita di tutti i giorni – quella della gente comune – filtrata attraverso gli occhi di un’artista ventiseienne nata in una delle città più conservatrici del Paese. Al di là del conflitto e dello Stato Islamico rimangono altri problemi irrisolti: dispotiche società tribali, oppressione delle donne, settarismo, acqua contaminata, navi che affondano e anarchia generale, situazioni che tengono la vita degli Iracheni continuamente appesa ad un filo.

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Pregiudizi e falsi miti, chi migra verso l’Europa e perché

Sui giornali italiani non si parla mai dei Paesi d’origine di rifugiati e richiedenti asilo, né trova spazio l’analisi concreta di alcuni fenomeni che i populisti impiegano nella loro retorica anti-immigrati. I fatti, però, smentiscono alcuni dei principali luoghi comuni sull’immigrazione, dalle operazioni per il salvataggio dei migranti in mare al fatto che i migranti sarebbero vettori di malattie, oppure l’equazione tra terrorismo, Islam e migrazione insieme all’idea dell’ “invasione” islamica in Italia, fino al classico slogan “Aiutiamoli a casa loro”. Mentre recenti studi indicano come la legalizzazione dei permessi di soggiorno farebbe calare il tasso di criminalità. Rendere l’Europa un luogo poco ospitale per lo straniero non solo non fermerà la migrazione, ma rischia di minare la stabilità sociale europea.

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Egitto e infibulazione, tra divieti ed evoluzione culturale

L’Egitto sta prendendo in considerazione l’adozione di pene e ammende più severe per i medici e i genitori che eseguono la mutilazione dei genitali alle proprie figlie, ma assisteremo davvero a un cambiamento? Il governo dovrebbe piuttosto sviluppare un dibattito forte e coerente contro questa pratica e alimentare un dibattito sociale in cui venga trattate dal punto di vista dei diritti delle donne.

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L’hijab, cinque verità che stravolgono i luoghi comuni

La questione del velo non si può liquidare con degli slogan o con superficialità: le donne musulmane indossano l’hijab per svariate ragioni, ognuna delle quali può cambiare nel tempo. Questo vale se la donna che lo indossa è un’attivista della comunità, un’atleta olimpica come Elghobashy, una dottoranda, una madre di bambini piccoli, oppure alcuni di questi motivi o tutti. Studi, ricerche e un diverso approccio all’argomento svelano realtà e motivazioni che spazzano via i pregiudizi e le prese di posizione dell’Occidente nei confronti di un oggetto che il più delle volte non ha niente a che fare con il fanatismo religioso.

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Diritti umani e religione in Bangladesh, un difficile equilibrio

La recente ondata di uccisioni cruente di blogger critici dell’Islam – la religione di stato del Bangladesh, indica i crescenti rischi che gli attivisti per i diritti e lo sviluppo devono affrontare in questa nazione mentre si muovono in un contesto sempre più intollerante e pericoloso. In realtà, nel corso del decennio precedente, il Bangladesh avrebbe potuto rivendicare il proprio ruolo come nazione portavoce di una società relativamente più tollerante e pluralista all’interno del mondo islamico.

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“Cos’è lecito per una donna?” Regole di genere in un’università nigeriana

Un’indagine condotta a Ibadan, il più antico ateneo del Paese, indica un ambiente meno libero di quanto si pensi. Questo articolo esamina le percezioni e le esperienze vissute dalle studentesse concentrandosi negli spazi di residenza e nelle comunità religiose del campus, prendendo in considerazione anche la percezione della sessualità femminile e l’impatto esteso che questa ha sulle relazioni nell’Istituto. Una delle scoperte dello studio è stata la percezione generale, e l’accettazione, di una gerarchia basata sul sesso che privilegia gli studenti maschi.

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