4 Novembre 2024

integrazione

Gustamundo, dove l’integrazione passa per lo scambio fra cucine

Dal 2017, nel quartiere romano di Valle Aurelia, Pasquale Compagnone e i suoi collaboratori portano avanti un progetto unico nel suo genere: un ristorante multietnico in cui è possibile assaporare piatti provenienti dalle più disparate parti del mondo. I cuochi sono tutti richiedenti asilo e rifugiati, che qui hanno trovato non solo un’occasione di sviluppo professionale, ma anche e soprattutto un modo originale per creare un legame con la comunità e il territorio locali. Un modo inclusivo, basato sulla curiosità reciproca e sulla valorizzazione delle differenze.

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Rifugiati, per una reale accoglienza educare i cittadini all’empatia

I programmi di integrazione e di inclusione vengono indirizzati principalmente ai migranti. Sarebbe invece necessario educare le popolazioni dei Paesi di accoglienza, fornendo loro un quadro storico e sociale che faccia comprendere le situazioni dalle quali i migranti sono costretti a fuggire. L’attività di ONG e gruppi di attivisti non basta, i Governi dei Paesi ospitanti dovrebbero implementare una comunicazione ufficiale per promuovere un’accoglienza consapevole e attiva, tramite iniziative concrete destinate ai cittadini fin dalle prime età, per prevenire l’indifferenza e l’odio sociale.

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Rifugiati, come funziona l’accoglienza SPRAR per l’inserimento

Negli ultimi anni abbiamo assistito e letto dei continui sbarchi sulle coste italiane e dei terribili esiti delle traversate nel Mediterraneo. C’è però un mondo, quello dei programmi di inclusione e integrazione sociale dei migranti, che viene raccontato meno. Si tratta di un mondo fatto di limiti ma anche di possibilità concrete che va indagato per limitare i primi e valorizzare le seconde. Esistono buone pratiche che nel tempo sono state rodate, ma anche cattive abitudini dalle quali è stato bene affrancarsi. Vediamo come funziona, quali sono i numeri e le possibilità che offre la rete SIPROIMI in Italia.

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3 ottobre, ricordare in nome dell’umanità

In occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, Voci Globali esorta al ricordo delle vittime che negli ultimi anni hanno provato a raggiungere la Fortezza Europa. Donne, uomini e bambini della maggior parte dei quali non si conosce né nome, né età, né provenienza. Invitiamo i nostri lettori ad una riflessione silenziosa e a domandarci quali sono i motivi che spingono a considerare una vita più importante di un’altra. Dal 1993 il network europeo UNITED for Intercultural Action sta tenendo l’elenco di questo olocausto contemporaneo.

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Lampedusa, i libri senza parole che parlano a tutti

Sull’isola siciliana esiste una biblioteca stabile dal settembre del 2017, grazie alla volontà dell’organizzazione Ibby, sezione Italia e internazionale. L’ente non profit lavora da decenni per la diffusione della lettura anche tra i piccoli più disagiati. La biblioteca isolana oggi è una realtà positiva, dove i ragazzi stessi gestiscono le attività e si integrano con i migranti di passaggio. Con il progetto Silent Books, infatti, i libri perdono le parole per fare spazio alle immagini, universali nel loro linguaggio. La lettura diventa, così, concreto strumento di condivisione, amicizia, inclusione.

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Migranti, quando il lavoro è la strada verso la normalità

Se promosso in maniera coerente con le capacità individuali e finalizzato all’inserimento nella società, il “lavoro socialmente utile” per i richiedenti asilo può rappresentare una concreta opportunità e la chiave di volta per uscire dalla perenne politica dell’emergenza con cui si affronta l’immigrazione. Inoltre permette da un lato di superare alcuni dei traumi subiti durante la migrazione che spesso emergono durante l’accoglienza; dall’altro di abbattere le barriere fondate su pregiudizi ed etichette che separano il migrante dal suo vicino di casa. Ecco alcune esperienze e storie concrete che dimostrano come offrire un’occupazione al richiedente asilo aiuta tutti: il rifugiato, il datore di lavoro, la comunità, lo Stato.

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Sul barcone con il sogno di diventare campioni

“Lo sport può portare speranza dove una volta c’era solo disperazione”, diceva Nelson Mandela. Ecco alcune storie di immigrati che hanno rischiato la vita per inseguire il loro sogno di diventare campioni sportivi. Le loro vicende commuovono e appassionano, tanto da aver fornito spunti per libri e film. “Storie di sofferenza e di riscatto”, come sono state definite. Ma quanto razzismo e burocrazia impediscono ancora oggi allo sport di farsi strumento di integrazione reale e non fittizia?

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Ciak si gira. (In)visible cities, ovvero la parola ai migranti

Alla parola “integrazione”, la giornalista italo – congolese Beatrice Kabutakapua, autrice, insieme al videomaker Gianpaolo Bucci, del documentario autofinanziato “(In)visible cities”, preferisce la parola “interazione”. Perché il senso del loro lavoro – il racconto di alcune storie di migranti dei Paesi sub-sahariani in 13 città del mondo, è quello di puntare lo sguardo su quanti – in un altrove scelto e cercato – cominciano a costruire la propria esistenza, una volta superata la fase più dura dell’arrivo, interagendo con nuovi contesti e nuove opportunità.

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Seconde generazioni, “Italiani per Costituzione”

Venti giovani di seconda generazione a “tu per tu” con la Costituzione italiana. “Italiani per Costituzione”, prodotto da Camera 21, è un cortometraggio di Simona Filippini e Matteo Antonelli, proiettato in anteprima al MACRO di Roma lo scorso dicembre, che speriamo presto di vedere sul piccolo schermo. Il dibattito sul diritto di cittadinanza dei giovani di seconda generazione è ancora molto attuale, ma quanto siamo davvero vicini ad una reale integrazione culturale? Breve intervista ad alcuni protagonisti del film.

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Quando la fortezza non serve più

Per rispondere in modo assennato all’ondata di emigrazione di queste settimane e di questi giorni dalla Tunisia, occorre chiedersi che cosa è successo davvero sulla sponda sud del Mediterraneo. Riceviamo e volentieri pubblichiamo la posizione della Cattedra Unesco SSIIM-Università IUAV di Venezia, centro di ricerca e laboratorio di pratiche e politiche per l’inclusione urbana dei migranti internazionali.

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