La falsa propaganda per i diritti umani accettata dall’Occidente

L’Egitto e Stati sempre più strategici sul piano internazionale come la Turchia, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono da anni impegnati a ridisegnare la propria immagine, da nazioni autoritarie e prive di libertà a Governi moderni attenti al rispetto dei diritti. Tuttavia, uno sguardo più approfondito queste politiche, spesso celebrate come rivoluzionarie, rivela quanto esse siano opache e carenti di tutele concrete nei confronti dei cittadini. Il dissenso continua a essere osteggiato con crudeltà anche in presenza di piani nazionali che esaltano la libertà di espressione. Con l’approvazione, tacita, del mondo occidentale democratico.

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Caso Regeni, l’intreccio del commercio di armi tra Europa ed Egitto

L’uccisione del ricercatore italiano al Cairo nel 2016 non ha cambiato i rapporti tra Europa ed Egitto, che solo apparentemente condividono interessi di stabilità e sicurezza nell’area del Mediterraneo. Anzi, Francia e Italia sono diventati i principali fornitori di armi all’Egitto, contribuendo di fatto ad appoggiare la repressione armata che il regime di al-Sisi sta perpetrando da ormai otto anni. L’Europa, che sembra promuovere il rispetto della giustizia sociale e dei valori democratici, in realtà contribuisce al riarmo dell’Egitto e non sembra interessata a scoprire la verità sull’omicidio di Regeni.

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Etiopia, Tigrè travolto dalla frattura politica e dalla crisi umanitaria

A quasi un anno dall’inizio del conflitto la situazione nell’estremo Nord dell’Etiopia rimane critica. Una gravissima crisi umanitaria è attualmente in corso in Tigrè, mentre la guerra si espande nelle regioni confinanti. Il Governo etiope sotto la guida del premio Nobel per la pace Adiy Ahmed è ora accusato di violazione dei diritti umani e di impiegare l’inedia come arma di guerra. Le ultime stime indicano che almeno 5,2 milioni di persone stanno soffrendo la fame e subiscono violenze e discriminazioni solo a casua della loro appartenenza etnica.

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La crisi in Afghanistan, quali scenari si aprono per il Medio Oriente

Il ritorno al potere dei talebani in territorio afghano sta scuotendo il mondo. Sebbene l’avanzata stesse proseguendo da qualche tempo, la presa di Kabul si è consumata nel giro di poche ore lasciando alle autorità statunitensi – presenti nel Paese da 20 lunghi anni – solo la possibilità di una fuga precipitosa. E lasciando ai cittadini ben poche, e disperate, possibilità di salvezza. Tutto questo si sta consumando all’interno di un quadro politico ed economico complesso che coinvolge l’intera regione mediorientale. Gli interessi in gioco sono molteplici e le conseguenze, per lo più nefaste, sono visibili all’orizzonte.

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Etiopia, quella Grande Diga che mette in conflitto tre Stati

Una guerra dell’acqua potrebbe esplodere tra Etiopia, Egitto e Sudan a causa della Grande Diga Africana. Addis Abeba vuole sfruttare il Nilo Azzurro per diventare un potente produttore di energia elettrica. L’imponente opera, però, sta suscitando l’irritazione soprattutto dell’Egitto, che si sente minacciato dalla possibile carenza idrica indotta dalla diga in funzione. Non c’è accordo fra i tre Stati sul progetto e su come gestire il flusso in caso di siccità. In più, la minaccia dei cambiamenti climatici rischia di compromettere ambiente, agricoltura e funzionamento della stessa diga. Sarà sviluppo o disastro per la regione?

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Genere e omosessualità, in Africa leggi e culture contro i diritti

Nel continente africano, la criminalizzazione dell’omosessualità risale all’epoca della colonizzazione con l’adozione delle “leggi anti-sodomia”. Ancora oggi, tali leggi non sono state abolite, bensì utilizzate dalle élite africane per interessi politici e religiosi. Si afferma che l’omosessualità non abbia mai fatto parte della cultura africana, nonostante studi antropologi sostengono l’esistenza delle relazioni omosessuali già nell’Africa pre-coloniale. Il mondo della cultura, soprattutto l’ambito cinematografico, sta dando il suo contributo per portare a galla il tema e combattere la discriminazione.

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Bacino del Nilo, il surriscaldamento riduce e “agita” le acque

Il fiume più lungo del mondo attraversa un periodo assai complesso. La quantità delle sue acque si sta riducendo in modo sostanziale a causa dei cambiamenti climatici, che hanno determinato il rapido alternarsi di stagioni estremamente umide e secche. Al contempo, le popolazioni rivierasche vivono una fase di enorme crescita demografica accompagnata dalla forte esigenza di sviluppo economico. Un mix pericoloso che rischia di far esplodere, nei prossimi anni, una “guerra dell’acqua”. È più che mai necessaria la cooperazione tra i Paesi interessati al fine di redistribuire in modo equo le risorse idriche, evitando così eventuali risvolti catastrofici sotto il profilo umano ed economico.

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Egitto, non si ferma la violenza di Stato, il mondo sta a guardare

Lo Stato egiziano versa in pessime condizioni per quanto riguarda il rispetto dei fondamentali diritti umani e delle libertà. Il dissenso è preso di mira attraverso metodi di repressione brutale e violenta, al di fuori di ogni confine di legalità. La lotta al terrorismo è diventata uno strumento per giustificare arresti di massa di attivisti civili, oppositori politici, giornalisti, pacifici manifestanti. al-Sisi ha instaurato un regime di oppressione pericoloso, che non sembra smuovere le reazioni dei capi di Stato del resto del mondo.

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Vivere nella Striscia di Gaza, da 70 anni prigione a cielo aperto

Esiste un territorio nella regione palestinese che è considerato una sorta di prigione per i suoi circa 2 milioni di abitanti. È la Striscia di Gaza, lingua di terra incuneata tra Israele ed Egitto che ogni giorno deve fare i conti con le restrizioni alle libertà imposte nel 2007 dal Governo di Tel Aviv. Persone e beni di prima necessità riescono a transitare nella Striscia solo in base a quote stabilite da Israele. La conseguenza è l’aumento di povertà, frustrazione e violenza tra i suoi abitanti, ancora in cerca di libertà e giustizia. Ce lo racconta Ahmed Masoud, originario di Gaza e autore del romanzo “Scomparso”, edito in Italia da Legeb.

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Ambiente, la resilienza del Mar Rosso al cambiamento climatico

Recenti studi hanno dimostrato che la flora e la fauna del Mar Rosso riescono a resistere ai cambiamenti climatici grazie alla loro capacità di adattamento, permettendo così di ripopolare le barriere coralline che stanno morendo. Importante attore di questo cambio di tendenza è stata anche l’assenza di turismo di massa nella regione negli ultimi anni, a partire dai disordini della Primavera araba, che ha scoraggiato le partenze verso note località di vacanze come Sharm el Sheikh e Hurghada. L’ecosistema sottomarino mediorientale rappresenta un unicum e deve essere protetto affinché i coralli possano sopravvivere e permettere il mantenimento dello status quo di quel mare.

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