donne in politica

Nigeria, diritti delle donne riconosciuti solo sulla carta, non nei fatti

Nonostante le norme internazionali e le leggi della Costituzione nigeriana prevedano la tutela dei diritti delle donne, nel Paese dell’Africa occidentale spesso questi non vengono messi in pratica. Ciò accade in vari campi della sfera pubblica e privata: l’istruzione, la violenza di genere, la politica, la salute materna, le risorse economiche che le donne hanno a disposizione. Il nuovo Governo dovrebbe agire subito per permettere alle cittadine e ai cittadini nigeriani di avere pari opportunità in ogni ambito e far sì che le leggi a tutela delle donne e delle madri vengano applicate davvero.

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Zimbabwe, violenza di genere è strumento di repressione politica

In questo Paese dell’Africa meridionale sono ancora troppe le attiviste e le donne in politica vittime di violenza sessuale e di genere. Il problema risiede nel persistere di un clima politico sfavorevole ma soprattutto nella presenza di uomini al potere con visioni conservatrici e patriarcali, al punto da ritenere che le donne possano fare carriera in politica solo vendendo il loro corpo. Da qui la nascita di violenze psicologiche e verbali sia in Rete che nella vita reale. Tutto questo rappresenta un ostacolo enorme per le donne ma anche una minaccia all’uguaglianza di genere.

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First Ladies africane, chi sono e qual è la loro influenza politica

Il ruolo delle mogli dei presidenti viene spesso trascurato in quanto non ha un effettivo riconoscimento a livello di competenze e responsabilità. Alcune, più di altre, hanno attirato l’interesse sul loro operato in quanto elementi importanti durante i mandati dei rispettivi coniugi e per aver dimostrato le loro capacità ed ambizioni a livello politico. Non fa eccezione il continente africano, dove le First Lady, per quanto figure chiave nella carriera del marito, rimangono ancora legate, e quindi limitate, da una mentalità patriarcale e stereotipi tradizionali che andrebbero superati.

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Brasile, sono le donne a guidare la resistenza alla repressione

L’elezione di Bolsonaro lo scorso autunno ha dato nuovo impulso al movimento femminista. Se da una parte c’è stata una rappresentanza femminile lievemente migliorata nelle cariche politiche, dall’altra rimangono allarmanti il numero di femminicidi – più di 400 solo dall’inizio dell’anno – e la sordità del Governo. Con le istituzioni che non sembrano intenzionate a intervenire sulle disuguaglianze e le ingiustizie di genere, le attiviste si sono rese conto che i diritti duramente conquistati sono a rischio e hanno deciso di scendere in piazza a difenderli.

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Afghanistan, Maryam Sama: dalla politica in tv al Parlamento

Emersi i risultati elettorali del voto parlamentare in Afghanistan dove i cittadini sono andati al voto per eleggere i candidati della Wolesi Jirga, la Camera bassa del Parlamento. Tra loro anche una donna, la più giovane che siederà sugli scranni dell’istituzione del Paese. Si chiama Maryam Sama, è una giornalista e conduce le tribune elettorali di un’emittente televisiva. Il suo messaggio all’Occidente: “Non soffermatevi sulla questione velo. Qui i problemi veri sono evitare gli stupri, evitare le violenze, non essere declassate o discriminate sul lavoro solo per il fatto di essere una donna”.

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Donne a capo di una nazione, in Africa si può

Regine, imperatrici, guerriere e diplomatiche, le donne africane hanno ricoperto ruoli di comando e di primo piano fin dall’antichità. Hanno guidato i loro popoli e hanno combattuto contro i colonizzatori per la libertà dei propri territori, per difendere la propria cultura e la propria gente. In epoca contemporanea la prima presidente (ad interim) è stata nominata nel 1984 in Guinea, poi ne sono venute altre nove, di cui due elette dal popolo. Altre sono state ministro e vicepresidente. Il Rwanda è al primo posto nella classifica mondiale della presenza femminile nei Parlamenti nazionali, nel 2015 nel Congresso USA su 535 membri solo 104 erano donne.

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