23 Aprile 2024

democrazia e governance

Clima: quel disperato bisogno di voci globali, l’assemblea popolare

Alla ricerca di forme più inclusive e partecipative di democrazia, una nuova Assemblea Globale dei Cittadini è stata istituita in occasione della COP26 in corso a Glasgow. L’Assemblea si pone l’obiettivo di affrontare tematiche riguardanti l’attuale crisi climatica ed ecologica da un nuovo punto di vista, che veda coinvolti e rappresentati i cittadini di tutto il mondo. In questo modo, il deficit democratico che coinvolge oggi le istituzioni, potrebbe essere in parte risanato favorendo la partecipazione diretta all’interno di assisi popolari, ma anche il dialogo tra queste e le conferenze globali.

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Africa, la “democrazia” occidentale strumento del neoliberismo

Il concetto di “buona governance” è stato elaborato dopo la caduta del muro di Berlino e da allora utilizzato come ricetta universale per risolvere nel continente africano le questioni relative allo sviluppo. Anche se l’agenda neoliberale vorrebbe diffondere la democrazia di stampo occidentale nel continente presentandola come soluzione a tutti i mali, in realtà un’analisi culturale dimostra come varie comunità africane siano depositarie di propri valori “democratici” che, applicati al contesto territoriale, garantiscono una governance caratterizzata da partecipazione ed efficienza.

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Tamil Nadu, dove è netto il divario tra Nord e Sud del mondo

Il massacro di Thootukudi dell’agosto 2018 racconta di violenza su pacifici manifestanti e di pericolo che grava sull’ambiente. Proprio in questo distretto del sud dell’India, infatti, industrie estrattive stanno inquinando il fiume Thamirabarani, fonte di sostentamento per la popolazione locale in gran parte dedita all’agricoltura e la pesca. Gli interessi governativi e dei privati, più forti delle voci della gente che vive di pesca e agricoltura, rischiano di prevalere su ogni legge e giustizia ambientale. Aumentando, così, il gap tra ricchi e poveri. Cronaca sulle conseguenze di quell’evento.

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Amazzonia, si decide senza il consenso dei popoli indigeni

Il governo del Perù ha chiari programmi di sviluppo per le regioni delle foreste pluviali. L’estrazione di petrolio sta già avvenendo su ampia scala e quest’ultima sarà sostenuta da importanti investimenti in nuovi gasdotti, in proposte di dighe per la produzione di energia idroelettrica e altri vasti piani per i trasporti. Questi progetti stanno tuttavia deliberatamente limitando il potere di consenso delle comunità indigene, quando servirebbero invece più adeguati meccanismi di consultazione per ascoltare e rispettare le loro voci.

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Tienanmen venticinque anni dopo, tra silenzi e nuove aspettative

Nei venticinque anni dal massacro di Piazza Tienanmen, in Cina il partito-stato sembra essere riuscito a stabilizzare il suo governo attraverso sostegno strumentale della classe media, assicurato attraverso il progresso materiale. Non è detto tuttavia che i prossimi venticinque anni siano altrettanto sicuri per il partito, data l’evoluzione e le nuove richieste che provengono dalla società cinese. Nostra traduzione di un’analisi di openDemocracy.

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