25 Aprile 2024

colonizzazione

Yanomami, quel genocidio organizzato per l’oro dell’Amazzonia

Il mercato illegale del minerale prezioso ha un impatto devastante sulla foresta pluviale più grande e biodiversa del pianeta e le popolazioni (umane e non) che la abitano. In Brasile, l’invasione della terra indigena yanomami da parte di 20 mila garimpeiros, spesso al soldo dei narcos, ha provocato un’enorme crisi ambientale, sanitaria e sociale. Sull’ex presidente Bolsonaro ora pesa l’accusa di sterminio. I leader indigeni e gli attivisti denunciavano da anni la catastrofe, inascoltati. Ne abbiamo parlato con Alice Farano di Survival International e Padre Corrado Dalmonego, antropologo e missionario della Consolata a Boa Vista.

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Africa, la “democrazia” occidentale strumento del neoliberismo

Il concetto di “buona governance” è stato elaborato dopo la caduta del muro di Berlino e da allora utilizzato come ricetta universale per risolvere nel continente africano le questioni relative allo sviluppo. Anche se l’agenda neoliberale vorrebbe diffondere la democrazia di stampo occidentale nel continente presentandola come soluzione a tutti i mali, in realtà un’analisi culturale dimostra come varie comunità africane siano depositarie di propri valori “democratici” che, applicati al contesto territoriale, garantiscono una governance caratterizzata da partecipazione ed efficienza.

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L’eredità più costosa, il franco africano che limita la libertà

Da oltre 70 anni i Paesi francofoni africani usano il franco CFA, moneta imposta a suo tempo dagli ex colonizzatori. Sulla base di alcune regole applicate al cambio e alle operazioni finanziarie tale moneta avvantaggia l’economia francese – commerci e multinazionali – più che quelle africane. Una delle regole è che il 50% delle riserve di cambio dei Paesi della zona franco devono essere depositate su un conto della Banca di Francia, a Parigi, conto che si stima ammontare a 10 miliardi di euro. A nulla finora sono valse proteste e critiche. L’attivismo anti-CFA è soprattutto quello di economisti e intellettuali africani, mentre la maggior parte dei capi di Stato rimane in bilico su posizioni di comodo.

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Africa e Università, un progetto per decolonizzare gli studi

Non accade spesso di dover costruire una nuova Università partendo da zero: il luogo, lo staff e i curriculum di studio. Ma è proprio quello che si sta facendo nelle Mauritius, in uno dei più recenti Istituti per l’istruzione superiore, l’African Leadership University. Al centro del lavoro c’è il concetto di decolonizzazione. Attraverso sette impegni ci si augura di raggiungere l’obiettivo di un’istruzione più equa e rappresentativa dell’Africa e degli africani. Il racconto del docente universitario che ha elaborato il progetto anche insieme agli studenti.

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Passaporti, violenza e controllo delle nazioni europee

Un passaporto sembra qualcosa di naturale e un’esigenza ovvia nel XXI secolo. Tuttavia un breve resoconto storico mostra che questo potente pezzo di carta è il risultato di uno sviluppo piuttosto recente. In questa traduzione da Pambazuka si mostra quanto tale sviluppo sia strettamente collegato al colonialismo e alla creazione degli Stati nazionali. Le alternative sono possibili se si inizia a scardinare la ‘naturalità’ percepita dello status quo. Un numero crescente di intellettuali si esprime a favore dei vantaggi sociali ed economici che si potrebbero ottenere senza l’esistenza dei confini.

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Unione Africana, dopo 52 anni vive ancora la colonizzazione

Continua, con il consenso delle forze occidentali, la brutale occupazione del Sahara Occidentale da parte del Marocco. Territorio conosciuto ufficialmente come Repubblica del Saharawi e Stato membro a tutti gli effetti dell’ex OAU dal 1982 e uno degli Stati fondatori dell’Unione Africana. L’Organismo ha da poco celebrato la sua nascita con il rammarico di dover constatare che il continente è ancora lontano dal realizzare quel concetto di panafricanismo teorizzato dai suoi fondatori. Si assiste invece ad una forma di neo-colonialismo di uno Stato africano su un altro.

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