21 Novembre 2024

arte

Sarajevo, la seconda vita del rock ex-yu, il racconto di Amir Misirlić

Nonostante la dissoluzione della RSFJ come realtà politica, nella regione l’eredità culturale prodotta durante il periodo socialista è ancora molto popolare nelle ex-repubbliche. La città nei decenni si è distinta per il suo fervore artistico nel campo della musica. Oggi, i giovani bosniaci hanno raccolto il testimone riproponendo in chiave creativa gli stili e i suoni immortali della musica composta durante il periodo socialista. Il celebre artista e critico musicale racconta in un’intervista a Voci Globali come la capitale è tornata ad essere il punto di riferimento per tutti i Balcani.

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Artisti albanesi trasformano la migrazione in riflessione sull’identità

Recentemente, gli immigrati albanesi che vivono nel Regno Unito sono stati vittime di episodi di razzismo. Si tratta tuttavia di un fenomeno non nuovo le cui origini risalgono al periodo successivo al crollo del regime comunista. Se il fenomeno della migrazione albanese può essere considerato il risultato di politiche neoliberali, l’arte può offrire uno sguardo diretto sulle esperienze personali e dare visibilità alle storie più complesse. Attraverso infatti le opere degli artisti albanesi citati nell’articolo riusciamo a comprendere più da vicino aspetti della migrazione di cui non si parla quasi mai.

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Nella galleria d’arte di Vasan, l”enfant terrible’ della Thailandia

Chi crede che il Sud-Est asiatico sia solo un paradiso per le vacanze estive dovrebbe conoscere la storia di Vasan Sitthiket, vulcanico e ribelle artista e attivista che ormai da quarant’anni si batte contro “tutto quello che non è giusto”, attirandosi l’antipatia del Governo e l’amore del suo popolo. Attraverso i suoi occhi ci vengono svelati molti problemi del suo Paese quali quelli dell’agricoltura, della prostituzione, del turismo di massa, dell’ambiente e della corrotta dittatura militare – ciò che l’occhio distratto del turista spesso non vede.

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L’arte che racconta l’inquinamento. Storia da uno slum a Nairobi

Il problema dell’aria inquinata è globale ma certi popoli sono più afflitti di altri. A Mukuru, una delle baraccopoli più grandi del Kenya, il progetto The AIR Network, composto da un gruppo multidisciplinare di ricercatori, si prefigge di lavorare a stretto contatto con la comunità per individuare le fonti del problema, andando oltre i metodi più tradizionali. Sfruttando la creatività grazie all’uso di cinema, teatro, pittura e musica, mira a coinvolgere attivamente la popolazione nel trovare soluzioni realmente applicabili ed efficaci che partano proprio da coloro che vivono il disagio in prima persona.

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Tirana, con uno sguardo all’Europa e uno alla propria identità

Racconto fotografico dalla capitale dell’Albania, una città che si ispira all’Europa mantenendo una propria personalità. In un continuo evolversi tra arte urbana, attrazioni turistiche e cultura, il Paese è candidato ad entrare nella comunità Europea e tra i giovani cresciuti e formati all’estero c’è chi torna, sperando di poter migliorare il volto della città. E il boom turistico della costa sud degli ultimi anni ha fatto sì che diventasse una nuova meta di interesse culturale, attirando turisti e curiosi da ogni parte del mondo. Anche l’arte urbana ha fatto la sua parte nella trasformazione della metropoli con diversi progetti di street art.

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L’arte che abbatte i muri, la Balkan Route dell’accoglienza

Integrazione, accoglienza, dialogo, sono questi i pilastri dell’azione di decine di migliaia di persone che dedicano, ogni giorno, parte del proprio tempo e delle proprie energie per fare in modo che quella percepita come crisi dei migranti si risolva in un’opportunità di crescita e sviluppo e non nella tomba di essere umani e dignità. Dal Nord Est dell’Italia sono partiti, in questi mesi, alcuni progetti che vedono proprio nell’arte il veicolo più adatto a compiere un viaggio non solo metaforico insieme a migranti e richiedenti asilo.

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La “normalità” di Gaza raccontata da Shareef Sarhan

Intervista al fotografo e artista palestinese tra gli autori di “Windows from Gaza”, progetto che documenta la vita nell’assedio. Macerie, spiagge, donne tra le case bombardate, pescatori e poi sorrisi. Volti di bambini che giocano tra la polvere di un edificio crollato e una normalità senza filtri. Sono i principali soggetti degli scatti che hanno fatto il giro del mondo da quando si iniziò a pubblicare le foto sui social. “Ci mostriamo sorridenti, nonostante i bombardamenti a pochi metri. In questo modo, tutti insieme, riduciamo le sensazioni di paura e spavento. Queste foto ci hanno regalato piccoli attimi di spensieratezza e ci siamo sentiti al sicuro, anche se per poco.”

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Al via “Human Rights Nights”, Festival internazionale dei diritti

Centro di una rete glocale per i diritti umani, il festival Human Rights Nights lancia anche quest’anno nuovi stimoli e riflessioni. Focus della nona edizione, a Bologna dal 9 al 18 maggio prossimi, “Le Nuove Povertà”, sui temi dei diritti negati, della dignità alla vita, dei doveri e della responsabilità, del benessere e della felicità, del diritto alla cultura e alla cittadinanza. A sostegno del Festival una campagna di crowdfunding rintracciabile all’hashtag #ILoveHRNs.

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Oltre il muro, storie da Israele e Palestina

Presso Le Gallerie di Piedicastello, suggestivo spazio museale ricavato da due tunnel autostradali in disuso alla periferia di Trento, è in corso fino al 25 maggio prossimo un’articolata e interessante esposizione dal titolo “OLTRE IL MURO – Storie da Israele e Palestina”. Come si può leggere nella presentazione della mostra, l’associazione “Pace per Gerusalemme – il Trentino e la Palestina” ha raccolto 76 storie di giovani israeliani e palestinesi di età compresa tra i 10 e i 16 anni, provenienti da situazioni di vita e culture diverse: gli studenti dell’Istituto delle Arti di Trento e Rovereto le hanno lette e fatte proprie, raffigurandole con varie tecniche espressive.

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