accoglienza

Dimenticare per sopravvivere: i traumi silenti dei migranti

Cristiano Draghi, psicologo e giornalista, racconta a Voci Globali la ricerca realizzata per Psicologo di strada sulle condizioni psicologiche di richiedenti asilo e rifugiati: 1 su 10 ha, fin da subito, bisogno di un tipo di sostegno psicologico personalizzato, la metà degli intervistati accusa sintomi fisici connessi a condizioni di stress, il 60% è considerato a rischio di Disturbo post-traumatico da stress. Esistono delle linee guida ministeriali per far fronte a questo tipo di necessità all’interno del sistema di accoglienza, ma l’emergenzialità dell’intera gestione fa sì che vengano applicate in maniera residuale.

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Chi accoglie e chi no: l’Africa apre le porte, l’Europa respinge

Una sintesi del dibattito sulle migrazioni organizzato nell’ambito del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, che ha preso spunto dal documentario “La terra nuova”. Il lavoro offre uno spaccato della situazione dei rifugiati dal Sud Sudan e dal Congo in Uganda e del modello di accoglienza di questo Paese dell’Africa orientale. Un esempio che si contrappone alla violenza del rifiuto e alle barriere di molti luoghi d’Europa e dell’Itala stessa. Gli interventi dei relatori si concludono con una domanda: noi Italiani possiamo continuare a considerarci un popolo generoso e accogliente? O non si tratta ormai di un stereotipo, un paradigma che ormai dovremmo scrollarci di dosso?

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Lucano, a Riace accoglienza come modello di giustizia sociale

Un esempio di accoglienza dei migranti, quello del paesino calabrese, che è valso a questo luogo e al suo primo cittadino numerosi riconoscimenti a livello mondiale. Mimmo Lucano sarà ospite sabato 11 novembre al Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Il sindaco non si spiega il perché di tanto clamore. “Non serve essere chissà chi per fare quello che ho fatto io”, dichiara in questa intervista a Voci Globali. Il suo modello, al di là di manipolazioni politiche, si limitava ad accogliere con spontaneità coloro che approdano sulle nostre coste. Finché non è partita un’inchiesta giudiziaria nei suoi confronti. E anche la miniserie di Rai Fiction ispirata al suo lavoro è stata cancellata dal palinsesto.

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Migranti, quando il lavoro è la strada verso la normalità

Se promosso in maniera coerente con le capacità individuali e finalizzato all’inserimento nella società, il “lavoro socialmente utile” per i richiedenti asilo può rappresentare una concreta opportunità e la chiave di volta per uscire dalla perenne politica dell’emergenza con cui si affronta l’immigrazione. Inoltre permette da un lato di superare alcuni dei traumi subiti durante la migrazione che spesso emergono durante l’accoglienza; dall’altro di abbattere le barriere fondate su pregiudizi ed etichette che separano il migrante dal suo vicino di casa. Ecco alcune esperienze e storie concrete che dimostrano come offrire un’occupazione al richiedente asilo aiuta tutti: il rifugiato, il datore di lavoro, la comunità, lo Stato.

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Città rifugio, per un decentramento del sistema accoglienza

Il diritto di asilo e la protezione delle persone perseguitate hanno una tradizione antica. Nel corso della storia i templi e le città hanno rappresentato luoghi di protezione. Tale tradizione è iniziata con l’elenco delle sei “città rifugio” del codice sacerdotale e del libro del Deuteronomio del Vecchio Testamento, nonché attraverso i rituali di supplica vigenti nell’Antica Grecia. Si fa quindi appello a sindaci e consiglieri locali delle città europee di partecipare alle iniziative per accogliere i nuovi supplici, e di contribuire a creare una rete di “Città di Asilo internazionali”.

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Udine, la punta estrema dell’Italia che non sa accogliere

Non sarà certo la consueta pioggia friulana a fermare il gruppo di migranti, tutti ragazzi con meno di 30 anni, che aspettano i volontari per mangiare qualche biscotto, bere un tè caldo, raccogliere le coperte per dormire nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Udine. Un copione che si ripete: arrivano i volontari dell’associazione locale Ospiti in Arrivo con le loro pettorine catarifrangenti e, tra le luci al neon che arrivano dall’interno e l’andirivieni dei fari delle automobili, un disordinato gruppo silenzioso di migranti si prepara a dormire in quello che, negli ultimi mesi, è diventato quasi un dormitorio di fortuna.

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