abusi

Il business del dolore, il mercato e l’uso degli strumenti di tortura

Praticamente ovunque, sono banditi i trattamenti inumani o degradanti; produrre, comprare e vendere gli oggetti che servono per maltrattare le persone invece è legale. In prigione, nelle caserme o alle manifestazioni, pubblici ufficiali ne fanno uso in nome dell’ordine e della sicurezza. Contro il business che cresce insieme alle fiere di armi e alimenta l’abuso della forza, gli Stati europei raggiungono un nuovo traguardo. Segue anche l’ONU, lasciando aperta la porta alla speranza di un mercato globale libero dalla crudeltà.

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Nere, donne, brasiliane, in azione contro la violenza di genere

Anche per il negazionismo del suo presidente Bolsonaro, il Brasile è oggi l’epicentro del Covid-19 in Sud America. Tuttavia, mentre nessuno era preparato alla pandemia, le attiviste impegnate da anni nelle favelas del Paese sono entrate in azione. Non soltanto per informare sulle misure igieniche e l’accesso agli aiuti finanziari, ma anche per contrastare le violenze domestiche, cresciute in maniera allarmante soprattutto sulle donne povere e di colore, mentre lo Stato latita e le disuguaglianze preesistenti si allargano.

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Come il Covid è diventato pretesto per la violazione dei diritti

Cresce la preoccupazione per la tenuta del sistema internazionale di protezione dei diritti umani nel corso della pandemia in atto. In ogni parte del mondo, eventuali abusi potrebbero essere camuffati da misure necessarie al contrasto della diffussione del coronavirus. Le norme internazionali però parlano chiaro. Nessun provvedimento di limitazione delle libertà fondamentali può inficiare il fulcro stesso dei diritti dell’individuo. Anche perché la direzione autoritaria presa da alcuni Paesi potrebbe trasformarsi in totalitarismo.

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Messico: forza, paure e ribellioni dietro il movimento #MeToo

La lotta contro le molestie sessuali e le altre forme di violenza subite dalle donne si sta diffondendo anche nel territorio centroamericano. Da troppo tempo la popolazione femminile era costretta al silenzio per paura di un sistema che difende più gli aggressori che le vittime. Tutto ha avuto inizio con un tweet che ha provocato un’ondata di segnalazioni in numerosi settori, dal giornalismo al teatro fino all’ambito accademico. Attraverso i social media si è creato uno spazio utile a esprimersi liberamente e denunciare gli abusi.

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America Latina, quanto costa alle donne difendere la Terra

Isabel Cristina Zuleta, Berta Isabel Cáceres, Macarena Valdés, sono solo alcuni nomi di attiviste minacciate, abusate o uccise in Sudamerica per aver intrapreso una lotta a difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Solo nel 2017 sono stati assassinati oltre duecento attivisti ambientali, la maggior parte dei quali si trovava proprio nella regione che ospita alcune delle aree naturali più preziose al mondo e da cui dipende la sopravvivenza di molte comunità locali. Occorrerebbe maggiore attenzione, anche a livello internazionale, e soprattutto l’applicazione di leggi che proteggano queste coraggiose figure.

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