Corrispondenze

Questa sezione è uno spazio aperto a cooperanti, ricercatori, volontari, viaggiatori, che vogliano raccontare storie, avvenimenti, vicende di cui hanno – o hanno avuto – diretta esperienza “from the field”. Se pensi di poter dare il tuo contributo, in particolare da territori poco seguiti dalla stampa mainstream, scrivi a info@vociglobali.it

Covid-19, India in quarantena: la grande fuga e le scuse di Modi

In piena pandemia, il Governo di Nuova Delhi ha istituito – seguendo l’esempio di altri Paesi – la quarantena sull’intero territorio indiano. Nella progressiva implementazione delle nuove misure, lo Stato ha però dimenticato le fasce più deboli del sistema sociale. La grande fuga di milioni di lavoratori dalle città verso i villaggi di provenienza sta generando nuove problematiche. Le istituzioni sembrano poco interessate a individuare soluzioni efficaci per tutelare le classi meno abbienti. Intanto sono 24 i morti registrati dalla migrazione di emergenza.

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Covid-19, gli USA nel caos. E già persi 10 mln di posti di lavoro

L’emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio anche la nazione più ricca e industrializzata del pianeta. Nonostante quanto accaduto e osservato in Cina e poi in Paesi come l’Italia e la Spagna. Tale scenario si sarebbe potuto e dovuto attenuare. Colpisce la mancanza di un piano di prevenzione, in particolare per l’approvvigionamento di apparecchiature medicali, e di coordinamento a livello federale. Nel frattempo emergono iniziative di base ispirate alla solidarietà, anche grazie a social come Nextdoor, modelli possibili di un nuovo senso di “community”.

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Repubblica Centrafricana, le invisibili ferite aperte del conflitto

Il conflitto, scoppiato nel 2013 e non ancora del tutto terminato, ha provocato morte, violenza e distruzione. Come spesso accade in queste circostanze, i bambini pagano il prezzo più caro. Le storie di Agnes, Janet, Ali e Daniella raccontano di profondi traumi psicologici, difficili da curare e superare. Le istituzioni, ancora troppo traballanti, non sono in grado di offrire supporto adeguato alle tante vittime. Il lavoro degli operatori umanitari presenti sul territorio – con i loro programmi di educazione, supporto psicologico e sviluppo economico – diventa così essenziale.

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Danimarca: paradosso nordico, femminismo e gender gap

Lo stereotipo sud-europeo che vede i Paesi scandinavi come i più avanzati dal punto di vista della parità di genere rispecchia davvero la realtà? Il 52% delle donne danesi tra i 18 e 74 anni è stata vittima di violenza fisica e/o sessuale. Il 32% l’ha subita per mano di un partner. Attraverso uno sguardo su sessismo, violenza di genere e tasso di femminicidio, si scopre come in questo Paese eguaglianza sociale non significhi eguaglianza di genere, come confermano studi per cui “più a Nord” non sta per “più parità”: il panorama è più sfumato e articolato.

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Io, africana in Italia, tra sospetti, imbarazzi e voglia di capire

L’esperienza di una donna africana che in Italia scopre una diversa cultura, un mondo nuovo, nuove occasioni, ma con alcune criticità e problemi uguali a quelli lasciati nel proprio Paese. E poi l’ambito delle relazioni dove oggi si confronta non più come “ospite” e studentessa universitaria, ma come residente, madre, moglie di un italiano e con un lavoro nella pubblica amministrazione. “Da quando sono arrivata, agli inizi del Duemila, i tempi sono cambiati e sono cambiati anche gli sguardi della gente. Ma spero si torni all’apertura e all’inclusività”.

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Ciad, ritratti in chiaroscuro da una terra ricca e martoriata

Un fotoreportage per raccontare un Paese africano dove l’immensa ricchezza delle materie prime, quali oro e petrolio, non ha comportato alcun benessere per le popolazioni locali. In particolare, quelle rurali vivono al di sotto della soglia minima di povertà. La presenza del gruppo terroristico Boko Haram accompagnata dai cambiamenti climatici hanno peggiorato una situazione già piuttosto fragile. Eppure, gli splendidi scenari naturali potrebbero far fiorire il turismo rendendolo un’ottima fonte di sviluppo economico. Ma l’insicurezza generale scoraggia i potenziali visitori.

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Colombia, chi sono i leader sociali. Uno ogni 27 ore viene ucciso

Nel Paese latino-americano, chiunque osi denunciare i soprusi delle istituzioni, delle FARC o di gruppi impegnati in affari illeciti, diventa bersaglio di intimidazioni, minacce, violenza. Omicidi sistematici volti a silenziare le voci fuori dal coro e a scoraggiare chi vorrebbe lottare per una società più giusta. Al danno si unisce la beffa. I media propongono una narrazione omissiva di qualsiasi riferimento ai colpevoli, quasi si trattasse di esecuzioni senza esecutori. Il Governo è assente. Un silenzio che alimenta l’omertà e l’assopimento della società civile.

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Marocco, lo sviluppo che aumenta marginalità e disuguaglianze

Nel Paese del Nord Africa il processo di urbanizzazione prosegue senza sosta così come la realizzazione di nuove grandi opere. Il porto Tanger Med o il primo treno ad alta velocità del continente sono solo alcuni esempi degli sviluppi in corso. Tuttavia, senza interventi sociali adeguati, si assiste all’aumento delle disparità tra campagna e città nonché tra centro e periferie. Casablanca, in particolare, presenta le più evidenti contraddizioni: cuore bancario e locomotiva dell’economia marocchina con elevati tassi di povertà, problemi sociali e mancanza di servizi.

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Migranti, in Grecia il Governo vuole un muro in mezzo al mare

Il primo gennaio scorso è entrata in vigore la riforma del sistema di accoglienza, che prevede lo smantellamento degli hotspot e la creazione dei cosiddetti centri chiusi pre-partenza. La nuova politica ellenica è stata fortemente criticata sia dall’UE che dalle organizzazioni internazionali, preoccupate di ulteriori violazioni dei diritti fondamentali dei migranti. Intanto, la situazione umanitaria sulle isole dell’Egeo continua a essere drammatica, gli sbarchi proseguono e le traversate spesso si trasformano in tragedia. Mentre il governo greco ha previsto la creazione di un muro in mezzo al Mediterraneo.

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Iraq, carcere e torture a bimbi di 9 anni. L’accusa è terrorismo

Migliaia di bambini presunti collaboratori dell’ISIS vengono arrestati e detenuti in condizioni inumane nelle carceri irachene. Succede soprattutto nella parte settentrionale del Paese e nelle zone intorno a Mosul, citta dalla quale nel 2014 è stata annunciata la nascita dello Stato Islamico. I minori vengono sottoposti a maltrattamenti, abusi e tortura per estorcere loro false confessioni di partecipazione ad attività terroristiche. Questo approccio radicale è stato criticato da più parti. L’ONU ha invitato il Governo di Baghdad a cercare soluzioni alternative alla detenzione in quei casi in cui sussista soltanto il sospetto di affiliazione all’ISIS.

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