21 Novembre 2024

Autore: Manuela Beccati

Charlie Hebdo, Parigi e l’ipocrisia occidentale

Nel post le riflessioni di un attivista del movimento Black Liberation: “‘Je Suis Charlie’ è diventato lo slogan per giustificare l’eliminazione dei cosiddetti non-europei, per ignorare i sentimenti, i valori e le idee di coloro che in tono razzista sono considerati ‘altri’. In pratica, ‘Je Suis Charlie’ è diventata l’arrogante parola d’ordine della supremazia bianca che ha avuto vasta risonanza con la marcia di Parigi – che ha riunito il potere ‘bianco’ – e con la popolarità del nuovo numero di Charlie Hebdo”.

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La crisi ucraina e il “ritorno” degli armamenti nucleari

Un’analisi di openDemocracy sulla questione nucleare, quando appaiono ormai lontani i tempi in cui il disarmo dominava l’agenda globale. Negli ultimi anni, il disarmo nucleare non ha più visto grandi sostenitori. Abbiamo capito ancora una volta, purtroppo, che c’è bisogno di una crisi per ottenere l’attenzione del pubblico e dei politici in tema. Il problema è che le situazioni di crisi portano a considerare le armi atomiche ancora più attraenti e utili invece di spingere verso la loro eliminazione.

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L’intolleranza per l’impunità non rende la CPI nemica della pace

La ricerca di responsabilità per i crimini di guerra rende più difficile l’opera dei mediatori di pace,ma ciò resta necessario. Naturalmente, esiste una tensione continua tra la ricerca della pace e la necessità di giustizia. Ma è inutile far passare misure di impunità per giustizia alternativa. Giustizia e pace possono collaborare, peraltro l’impegno della CPI di porre fine all’impunità è stato sancito dalle Nazioni Unite nel diritto e nella politica internazionale.

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Freetown: la vita ai tempi dell’Ebola

“A mezzanotte vado giro a bordo di un taxi nell’East End di Freetown, la capitale della Sierra Leone, l’autista è un giovane che si fa chiamare Diritto Umano. È da un anno che Diritto Umano mi accompagna regolarmente nei tragitti urbani in cui faccio salire passeggeri che diventano parte del mio dottorato di ricerca in Antropologia. Di solito la notte nell’East End è movimentata, oggi invece c’è solo una manciata di persone a cui dare un passaggio. ‘Le strade sono a secco’, osserva Diritto Umano.” Un’esperienza diretta dal Paese più colpito dall’Ebola.

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Come proteggersi dalle insidie del mondo digitale

Hacker, furti dell’identità, attacchi alla privacy, pedofilia… I reati on line si sono moltiplicati, ma ci si può difendere. Sul web c’è tutto. Proprio lì, dove esiste il problema, si può trovare anche la soluzione. In questo articolo una serie di consigli e di informazioni per conoscere i cybercrime più diffusi – e anche quelli meno noti o più difficili da riconoscere – e per affrontarli. Si scopre anche che non bisogna essere esperti di computer e di sistemi informatici per diventare più scaltri e attenti.

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La poesia militante non chiede il permesso

Come i versi catturano le realtà più difficili senza censura. Dall’attivista, poetessa e freelance Andrea Abi-Karam che racconta le esperienze di Area Bay a San Francisco e di “Occupy Oackland”. La tivù, la pubblicità e altri media effimeri – scrive l’autrice – proiettano l’immagine di un mondo scintillante e artificiale, mentre la poesia cattura realtà oppressive e dure senza censura. Questa è la sua forza.

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Soggetti ai margini: i migranti LGBT

Cosa significa essere privi di documenti negli USA? Traendo spunto dalla propria esperienza del sistema di asilo negli Stati Uniti, l’attivista di origini colombiane Mónica Enríquez-Enríquez presenta due video da lei prodotti sui diritti dei migranti LGBT, la violenza e la definizione della propria identità ai margini del contesto sociale.

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Morire per una causa o essere causa di morte

Nel 2013 sembra che si muoia e si uccida, si uccida e si muoia, “togliersi la vita e quella degli altri” è diventato un modo di dire comune. Una riflessione di Trevor Evans sulla vita, gli ideali e la morte pubblicata originariamente su openDemocracy e da noi tradotta.

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Euro: un ritorno alle valute nazionali non è la soluzione

Oskar Lafontaine, ex presidente di Die Linke ed esponente della sinistra in Germania, ha lanciato un appello per il ritorno alle valute nazionali. Secondo l’analisi che presentiamo, nonostante la diffusa frustrazione nei confronti dell’euro tale soluzione non è convincente da più punti di vista: economico, politico e morale.

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