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Non esiste al mondo Paese davvero a misura di bambino

[Traduzione a cura di Luciana Buttini dall’articolo originale di Samira Sadeque pubblicato su Inter Press Service]

Pranzare al fast food. Immagine ripresa da Flickr/Dawna Kay in licenza CC.

Nessun Paese al mondo si trova davvero sulla strada giusta per garantire la sicurezza dei bambini, la loro salute e un ambiente adeguato in cui vivere. Lo afferma un rapporto piuttosto impattante dal titolo A future for the world’s children? [Quale futuro per i bambini del mondo?].

Il documento è stato pubblicato congiuntamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e dalla rivista scientifica britannica The Lancet, lo scorso 19 febbraio.

“I cambiamenti climatici, il degrado ecologico, i fenomeni migratori, i conflitti, le disuguaglianze pervasive e le pratiche commerciali predatorie minacciano la salute e il futuro dei bambini in ogni Paese,” si dichiara nel rapporto.

Si ribadisce, inoltre, il bisogno di considerare la “sostenibilità ecologica e l’equità” per fare in modo che tutti i bambini, compresi i più vulnerabili, siano al sicuro e che il loro avvenire sia sulla strada giusta.

Il rapporto ha esaminato e formulato raccomandazioni in quattro ambiti chiave, suggerendo le seguenti azioni: investimenti immediati per la salute dei bambini e per la loro istruzione; riduzione dei gas serra come strumento di tutela per il futuro dei più piccoli; affrontare la questione del “danno commerciale” nei confronti dei bambini; il ruolo che i Governi dovrebbero svolgere al fine di assicurare a tutti loro assistenza e protezione.

Una delle principali osservazioni è emersa nella sezione dedicata al cambiamento climatico, in cui gli autori hanno dichiarato che un onere di responsabilità ricade su una determinata fascia della società.

A tal proposito, si legge nel rapporto:

Per riuscire a sostenere la capacità dei bambini di condurre una vita sana, i Paesi più poveri hanno ancora molta strada da fare, ma le nazioni più ricche minacciano il futuro di tutti i bambini attraverso l’inquinamento da carbonio, che a sua volta è in grado di causare repentini cambiamenti climatici e disastri ambientali.

Anthony Costello, professore di salute globale e sviluppo sostenibile all’University College di Londra, ha illustrato una serie di modi in cui i Paesi più ricchi possono intervenire e ha condiviso una lista di misure che gli stessi possono adottare:

 

 

 

 

 

 

Un’altra importante osservazione del rapporto riguarda l’impatto estremamente negativo della commercializzazione sul benessere dei bambini. Gli autori hanno suggerito alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) di adottare un nuovo protocollo che tuteli i bambini dai danni commerciali.

Il documento sottolinea:

Gli scopi di profitto del settore commerciale costituiscono diverse minacce per la salute e il benessere del bambino, soprattutto quando il danno ambientale è scatenato dall’industria non regolamentata. Più nell’immediato, i bambini di tutto il mondo sono estremamente esposti al business pubblicitario, le cui tecniche di marketing sfruttano la loro vulnerabilità e i cui prodotti possono nuocere alla loro salute e benessere.

Il rapporto ha comunque riconosciuto il ruolo svolto dagli esercizi commerciali nella creazione di posti di lavoro e nel favorire la crescita economica. Al tempo stesso, però, ha ribadito la necessità che i bambini siano tutelati dalla promozione di “beni poco salutari o che creano dipendenza”, tra cui fast food, alcool, tabacco, gioco d’azzardo e social network. Questi prodotti e servizi, infatti, hanno un impatto significativo sul benessere dei più piccoli.

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