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Colpi di stato, a rischio se i militari sono addestrati in Occidente

Monumento all'esercito maliano, Bamako. EPA/MAURIZO GAMBARINI

[Traduzione a cura di Valentina Licci, dall’ articolo originale di Jesse D. Savage e Jonathan Caverley pubblicato su The Conversation]

Moussa Dadis Camara, fotografia su licenza CC / Wikimedia Commons.

Nel 2008, a poche ore dalla morte del presidente della Guinea, quattro ufficiali addestrati dall’esercito tedesco organizzarono un colpo di stato. Guidati dal capitano Moussa Dadis Camara, che indossava orgogliosamente il berretto rosso e l’insegna di un paracadutista tedesco, i complottisti comunicarono discretamente in tedesco. Dopo un tentativo di assassinio, Camara fu sostituito al potere da un paracadutista addestrato dai francesi, che era stato il suo vicepresidente.

Quindi, due ufficiali addestrati da Stati europei al fine di rafforzare la sicurezza e il controllo civile nei propri Paesi d’origine, decisero di prendere il potere attraverso la violenza. Questa vicenda – oggi conosciuta come il “colpo di stato tedesco” – deve servire da monito per tutti quei poteri mondiali che si mobilitano per formare e sostenere forze armate straniere – in particolare per l’UE, che sta intensificando i suoi sforzi in questo campo e sta istituendo un nuovo quartier generale di addestramento militare.

Secondo Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza,  l’obiettivo è quello di fornire un “approccio più efficiente alle esistenti missioni di addestramento militare che abbiamo” in Paesi come il Mali, la Somalia e la Repubblica democratica del Congo.

Ma la formazione di uomini armati in Stati dotati di scarse risorse e poco strutturati dal punto di vista istituzionale è una decisione molto rischiosa. La formazione militare proveniente dall’estero può destabilizzare la politica dello Stato a cui è destinata, alterando l’equilibrio di potere tra alcuni attori militari e il governo di quel Paese.  Rafforzare le risorse delle forze di sicurezza può incoraggiarli a partecipare più attivamente alla politica interna, tanto da sfociare perfino in colpi di stato.

A livello individuale, la formazione può incrementare la professionalità dei militari, aiutandoli ad accattivarsi la simpatia di altri ufficiali e a gestire in modo più efficace gli ostacoli di natura logistica che gli esperti di colpi di stato si trovano di solito ad affrontare. Gli ufficiali militari professionisti possono incrementare la loro autonomia e sottrarli dalle élite civili corrotte e disfunzionali.

La nostra tesi è ampiamente convalidata dall’esperienza statunitense nei tentativi di supporto alle democrazie in via di sviluppo ad avviare un processo di stabilizzazione, per poi vedere falliti i propri sforzi .

Le migliori intenzioni

Considerata da sola, la spesa statunitense destinata all’assistenza alla sicurezza rappresenta il quarto maggiore bilancio al mondo in aiuti esteri (17 miliardi di dollari). Se da un lato l’obiettivo primario degli Stati Uniti nell’investire in formazione militare è quello di rafforzare la propria sicurezza, dall’altro è anche quello di cercare concretamente di prevenire colpi di stato, curando nella sua formazione le relazioni civico-militari e tagliando in genere i finanziamenti agli Stati nel momento in cui i militari prendono il potere.

Nonostante questa enfasi sulla necessità di limitare gli interventi militari in questioni riguardanti la politica, vi sono numerosi casi di funzionari addestrati dagli Stati Uniti che hanno compiuto colpi di stato: in Honduras nel 2009. in Egitto nel 2013, in Gambia e in Burkina Faso nel 2014.

Monumento all’esercito maliano, Bamako. EPA/Maurizio Gambarini

Un esempio particolarmente rilevante è rappresentato dal colpo di stato del Mali, guidato da un ufficiale giovane, Amadou Sanogo. Attraverso il programma internazionale statunitense di educazione e formazione militare, Sanogo vide degli Stati Uniti più di quanto possa fare la maggior parte degli americani: frequentò corsi di inglese in Texas e un corso di intelligence in Arizona, lavorò con i marinai in Virginia e infine seguì la formazione di base dell’esercito di fanteria in Georgia.

Sanogo era talmente “americanizzato” che quando tornò nel proprio Paese mise sulla sua uniforme un distintivo fuori misura (e non autorizzato) del corpo marino degli Stati Uniti. Selezionato per insegnare inglese in Mali, sfruttò la sua posizione per guidare dalla sua base operativa un gruppo di soldati ammutinati, al fine di prendere il potere e impedire un colpo di stato. Un anno dopo, a causa di una tremenda pressione interna e internazionale, fu costretto a lasciare il potere indebitamente preso, e fu rapidamente arrestato a causa di rapimenti e assassini di rivali tra le forze militari.

Raccogli ciò che semini

Cosa ci dicono quindi i dati? Esaminando tutti i casi di addestramento militare statunitense dal 1970 al 2009, è possibile constatare che circa il 5% dei Paesi che hanno ricevuto formazione militare ha sperimentato un tentativo di colpo di stato militare, contro il 2,7% di coloro che non l’avevano ricevuta.

Utilizzando tecniche statistiche più sofisticate, vediamo che questi programmi di formazione militare hanno evidenziato una correlazione significativa con un aumento della probabilità di un colpo di stato. Mediamente tale aumento della probabilità corrisponde ad un raddoppio del rischio, in termini assoluti un passaggio dall’1% al 2% in un dato anno. Sebbene le probabilità siano basse, il cambiamento a cui possono portare è grande – e dal momento che i colpi di stato possono essere catastrofici per i Paesi in cui si verificano, è opportuno cercare di capire perché questa correlazione possa esistere.

L’organizzazione dell’assetto militare rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi Paese. Dato che il settore militare controlla la capacità coercitiva di un Stato, i militari possono promuovere la stabilità così come minarla.

Gli Stati Uniti non promuovono (di solito) colpi di stato,  e, anzi, spesso tagliano gli aiuti ai militari che li tentano; nonostante questo, i colpi di stato sono comunque una conseguenza occasionale che deriva dai programmi di formazione internazionali. Pertanto, sia gli Stati Uniti che l’Unione europea dovrebbero prestare attenzione a considerare quali conseguenze potrebbero comportare in futuro i programmi di formazione militare che forniscono.

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