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Nigeria, donne in marcia: riportate a casa le nostre figlie

Foto della AFP ripresa dal sito di BBC News Africa

Che Stato è uno Stato che non assicura la sicurezza dei suoi cittadini? Un Paese dove 230 ragazze possono essere rapite mentre sono a scuola, vendute e costrette a diventare concubine di ribelli? Anche la Nigeria, dove è accaduto tutto questo è sotto choc e si domanda come sia potuto accadere e a che livello di insicurezza sia oggi il Paese.

Centinaia di persone sono scese in piazza ad Abuja, la capitale per chiedere che il governo faccia qualcosa per riportare a casa le ragazze rapite due settimane fa. In piazza sono scese soprattutto le madri. Ad essere accusato del rapimento è il gruppo islamico estremista Boko Haram che però pare non aver ancora rivendicato l’atto. Ma le donne in marcia hanno comunque ribadito che il governo deve assumere ogni azione possibile per il rilascio delle giovani, anche negoziare con i rapitori.

Boko Haram, che significa “l’educazione occidentale è un peccato”, aveva già minacciato un’azione del genere e secondo indiscrezioni, le ragazze sarebbero state vendute e sposate ai ribelli. Intanto molti nigeriani lamentano la mancanza di organizzazione e azioni concrete da parte del Governo e alcuni sottolineano: qui i politici e la gente con i soldi manda i figli a studiare all’estero. Non rischiano, come noi siamo costretti a fare.

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