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L’India dei contrasti: la festa delle sorelle e l’infanticidio delle femmine

Un amore forte, profondo, coltivato quello tra fratelli e sorelle in India. Tanto che esiste una festa antichissima che ogni anno serve a celebrare e rinnovare questo legame. Il 24 agosto, in occasione del Raksha Bandhan le donne stringono intorno al polso dei fratelli un “filo sacro” simbolo del sentimento che li unisce e della protezione amorevole che ogni donna indiana può aspettarsi dal fratello.

In migliaia, milioni si mettono in viaggio quel giorno per andare a trovare sorelle lontane (quel giorno viaggiare è gratuito). E chi non ha sorelle si reca dalle cugine perché i legami di sangue di questo tipo sono altrettanto forti. Ci si scambia caramelle e dolciumi e anche promesse di doni, perché nel “giorno della sorella” le donne possono esprimere desideri che saranno sicuramente accontati. Un motorino, un bell’abito, un divano nuovo, ma anche soltanto di tornare il mese seguente: tutto è permesso chiedere. Tutto sarà esaudito.

Eppure in quest’India della tenerezza e delle tradizioni mai perse esiste una pratica atroce: il feticidio delle figlie femmine. Nonostante dati resi da tempo ufficiali, campagne di sensibilizzazione articoli e interventi che analizzano la questione nel profondo comparandola anche a realtà analoghe, come quella cinese, il fenomeno è ancora grandemente diffuso. Tanto che quest’anno, in occasione del Raksha Bandhan, un artista indiano ha deciso di dedicare un video alla festa sì, ma con un finale che vuole colpire dritto allo stomaco e lanciare un messaggio diretto e chiaro.

Forse però qualcosa si muove. Un’azienda di Maharashtran, nell’India occidentale, ha realizzato uno strumento che registra il sesso del nascituro in fase di ecografia e confronta poi i dati con le nascite effettive. Uno strumento per controllare ma non, purtroppo, per cambiare il modo di pensare.

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