21 Novembre 2024

TPLF

Tigray, a un anno dall’accordo di Pretoria pace tutt’altro che certa

La guerra civile che ha insanguinato il Nord dell’Etiopia tra il 2020 e il 2022 ha trovato una risoluzione nel cessate il fuoco firmato nel novembre dello scorso anno. Grazie alle soluzioni concordate, la regione sembra aver trovato un’intesa con la federazione, ma la situazione risulta ancora estremamente fragile: dopo gravi massacri e violenze di ogni genere, il Paese pare sull’orlo di una nuova crisi, potenzialmente sostenuta dalle tensioni presenti tra le varie etnie della nazione. Secondo l’analista William Davison, da noi intervistato, solo il dialogo può portare a una vera e duratura stabilità.

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Tigray, minoranze etniche a rischio nonostante gli accordi di pace

A più di 24 mesi dallo scoppio della guerra nel Tigray, il futuro dei rifugiati che sono stati costretti con la forza a fuggire è ancora incerto. Essi non credono più nella sicurezza, nella protezione e nella rappresentanza politica una volta rientrati nel loro Paese. Il timore inoltre è che la vicina Eritrea continui la sua occupazione e cancelli le comunità minoritarie tramite l’istituzione di una zona cuscinetto militare sugli altipiani strategici. Pertanto, alcuni gruppi politici minoritari si sono uniti in una coalizione federalista insieme al TPLF al fine di proteggere le loro diversità.

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Etiopia, Tigrè travolto dalla frattura politica e dalla crisi umanitaria

A quasi un anno dall’inizio del conflitto la situazione nell’estremo Nord dell’Etiopia rimane critica. Una gravissima crisi umanitaria è attualmente in corso in Tigrè, mentre la guerra si espande nelle regioni confinanti. Il Governo etiope sotto la guida del premio Nobel per la pace Adiy Ahmed è ora accusato di violazione dei diritti umani e di impiegare l’inedia come arma di guerra. Le ultime stime indicano che almeno 5,2 milioni di persone stanno soffrendo la fame e subiscono violenze e discriminazioni solo a casua della loro appartenenza etnica.

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