Tigray, minoranze etniche a rischio nonostante gli accordi di pace

A più di 24 mesi dallo scoppio della guerra nel Tigray, il futuro dei rifugiati che sono stati costretti con la forza a fuggire è ancora incerto. Essi non credono più nella sicurezza, nella protezione e nella rappresentanza politica una volta rientrati nel loro Paese. Il timore inoltre è che la vicina Eritrea continui la sua occupazione e cancelli le comunità minoritarie tramite l’istituzione di una zona cuscinetto militare sugli altipiani strategici. Pertanto, alcuni gruppi politici minoritari si sono uniti in una coalizione federalista insieme al TPLF al fine di proteggere le loro diversità.

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Abiy Ahmed, giovane leader a confronto con vecchi problemi

In un continente dove i vecchi leader faticano a staccarsi dal potere, il nuovo primo ministro etiope è presto diventato un’icona di riferimento per molti africani. Se da un lato sta cercando di far uscire il Paese dal passato liberando i prigionieri politici e mettendo fine al conflitto ventennale con l’Eritrea, dall’altro fronteggia il malcontento di molti gruppi etnici che sono stati a lungo ignorati. Come se non bastasse, nonostante il progresso registrato negli ultimi anni, la società è ancora afflitta da povertà e disuguaglianza. Sono quindi molte le sfide per il nuovo giovane leader.

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