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Spose bambine, sono 640 milioni al mondo. Milioni di vite bruciate

Secondo l’ultimo rapporto Unicef questo è il numero di casi totali nel mondo, di cui quasi la metà in Asia Meridionale. In Africa Sub-sahariana preoccupano le prospettive per il prossimo futuro. Il matrimonio infantile è una piaga sociale e di genere che continua a infettarsi. Ed è un affare globale, capace di impattare il benessere di Paesi e popolazioni intere, generazioni a venire comprese. Mentre si avvicina il 2030 che avrebbe dovuto segnarne la fine, conflitti, shock climatici e pandemia rischiano di vanificare i progressi – irregolari, spesso iniqui, ma comunque significativi – degli ultimi 25 anni. Al ritmo attuale, siamo lontani tre secoli dal traguardo zero. Ma dal raggiungimento di questo obiettivo passa la garanzia di ogni diritto femminile in ogni parte del mondo.

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Afghanistan, il patriarcato e la rivoluzione solitaria delle donne

È apartheid di genere nella terra dei pasthun. I talebani sono tornati a fare i talebani, e le donne non hanno più volto e né diritti nel crocevia d’Asia riconsegnato al fondamentalismo. Contro le politiche misogine del regime si è scagliata l’indignazione della comunità internazionale. Si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà alle afghane. Loro, intanto, resistono. Da sole. Su Voci Globali, le testimonianze delle attiviste di Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan, Associazione di Solidarietà Donne per le Donne e Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane.

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Africa, i matrimoni precoci che cancellano il futuro delle bambine

Nonostante le campagne per l’abolizione dei matrimoni precoci messe in atto dall’Unicef e altri enti istituzionali, questa usanza – profondamente radicata nelle tradizioni locali – continua a essere praticata in molti Paesi del mondo. Un recente studio ha analizzato i dati relativi a quattro Stati dell’Africa sub-sahariana che detengono i tassi più alti di matrimoni infantili, cercando delle risposte al motivo del perdurare di tale pratica. Ne è emersa una chiara correlazione tra livello d’istruzione ed età delle prime nozze che indica, tra le soluzioni, un percorso scolastico più lungo per le ragazze.

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Parlano le donne migranti, quei viaggi segnati da violenze e abusi

Un elevatissimo numero di giovani donne ogni anno migrano, dall’Africa o dall’Asia, verso l’Europa o altri luoghi considerati più sicuri. Lo studio riportato nell’articolo mette in luce, attraverso racconti e dati, le violenze psicologiche e fisiche che queste persone – persino in tenera età – sono costrette a subire, oltre che nei loro Paesi di origine, anche durante i viaggi di migrazione e nei luoghi di destinazione. Diventa quindi sempre più necessaria l’implementazione di servizi di prevenzione e protezione che possano tutelare le donne migranti e affiancarle nei loro percorsi di reintegrazione e resilienza.

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Leggi e violenze che negano alle donne il diritto di appartenersi

Quasi metà della popolazione femminile non ha potere decisionale sul proprio corpo – come emerge dall’ultimo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni, che indaga il diritto all’autodeterminazione e all’integrità corporea. Nei sistemi socio-culturali che spregiano la libertà e la dignità delle donne affondano le radici le tante umiliazioni che si consumano sui corpi femminili. Stupri, matrimoni forzati, coercizione riproduttiva, mutilazioni genitali: il controllo sulle scelte sessuali e riproduttive è controllo sulla vita e sul futuro.

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Turchia, quel mondo femminile tra maschilismo e patriarcato

Lottare per il riconoscimento dei propri diritti è ancora una priorità per le donne turche. Attiviste e associazioni si battono da anni per garantire indipendenza economica, protezione dalla violenza degli uomini e libertà di decidere della propria vita senza tabù. Ma in un Paese dove solo nel 2020 ci sono stati 300 femminicidi e la retorica di Erdoğan esalta sempre di più la maternità come unica espressione femminile, l’emancipazione è molto difficile. E nell’anno nero della pandemia la situazione è ulteriormente degradata.

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Matrimoni precoci, anche l’Occidente viola i diritti dei minori

Contrariamente a quanto si possa pensare, i matrimoni infantili non sono prerogativa esclusiva del Sud del mondo. La pratica esiste anche nei cosiddetti Paesi sviluppati, compresi gli USA. Il problema è che vi sono normative che, non rispettando gli standard internazionali, prevedono una serie di scappatoie volte a rendere legittime le unioni precoci. L’ONU considera il “child marriage” una violazione dei diritti umani e una pratica dannosa che impedisce, soprattutto alle donne, di vivere la propria vita libera da ogni forma di violenza. Per tale ragione, ha avviato una campagna volta a sradicare il fenomeno, a livello globale, entro il 2030.

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Spose bambine, così si infrangono i diritti dell’infanzia

Secondo il recente rapporto di Save the Children la piaga dei matrimoni precoci riguarda circa 40 milioni di minori in tutto il mondo, di fatto bambini, che vedono negato il diritto ad un’infanzia libera. La diffusione di questa pratica è di portata globale e interessa molti Paesi dell’Occidente avanzato compresi gli Stati Uniti. Nonostante la drammaticità del fenomeno, le misure introdotte per arginarlo sono ancora insufficienti. Fattori determinanti che spingono a questa pratica sono principalmente la povertà, i dettami religiosi e la credenza che il matrimonio rafforzi il prestigio e l’onore di una famiglia.

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