spionaggio

Crimea, annessione alla Russia ha moltiplicato gli arresti di attivisti

Alla fine di agosto i media crimeani hanno dato la notizia del danneggiamento non meglio specificato di un gasdotto nelle vicinanze del villaggio di Perevalnoye. Nonostante la vaghezza di queste prime informazioni, dopo pochi giorni le forze di sicurezza russe hanno arrestato più di 40 persone, tutti tatari crimeani, principalmente con l’accusa di sabotaggio del gasdotto. Secondo alcune testimonianze, le persone trattenute hanno subito violenze e anche torture. Tra loro, Nariman Dzhelyal, portavoce del movimento tataro crimeano, aperto sostenitore di metodi di lotta non violenta.

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America Centrale, UNHCR: si aggrava crisi degli sfollati interni

In Honduras, El Salvador e Guatemala i gruppi criminali stanno approfittando del lockdown per rafforzare il loro controllo sulle comunità degli sfollati interni. La Danimarca punta sull’“eolico offshore” per ridurre le emissioni inquinanti del 70% entro il 2030. La Francia intanto abolisce, dopo 75 anni, il franco CFA in 8 Paesi dell’Africa Occidentale. Il presidente della Federcalcio haitiana, Yves Jean-Bart – noto come “Dadou” – è accusato di violenza sessuale ai danni di alcune giovani atlete. Cresce la tensione diplomatica USA-Russia in ragione del processo per spionaggio a carico dell’ex marine statunitense Paul Whelan.

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Spionaggio di Stato sui diritti umani, ONG nel mirino

Il caso di Amnesty International è solo l’ultimo di una lunga serie. Accade sulla base di accordi segreti internazionali che permettono alle varie agenzie governative di condividere informazioni. In particolare l’accordo UKUSA che include 5 nazioni (Five Eyes), con la statunitense NSA, la Britannica GCHQ, la canadese CSEC, l’australiana ASD e la neozelandese GCSB. L’alleanza è cominciata dopo la Seconda guerra mondiale e ha costruito una solida infrastruttura di sorveglianza globale delle comunicazioni. Collaborano in diversi compiti e sviluppano molti programmi di raccolta dati e analisi.

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Ghana, quando la spia è parente del ministro

C’erano una volta le spie. Quelle che si nascondevano piccoli registratori tra i vestiti, quelle con i chip collegati agli auricolari di ufficiali della CIA o del KGB. Poi sono arrivati i telefoni cellulari, e le intercettazioni hanno perso quella sottile nota di romanticismo. Ma quel vecchio modo di spiare da qualche parte è ancora utilizzato, e funziona assai meglio delle intercettazioni. In trappola ci è cascata questa volta la ghanese Victoria Hammah, oggi ex ministro della Comunicazione.

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