20 Aprile 2024

sfollati

“Rifugiato” non equivale a “vittima”, contro un luogo comune

Con il susseguirsi delle situazioni di crisi nel Mediterraneo o altrove, l’attenzione dell’opinione pubblica viene richiamata dalle sempre più numerose persone in fuga dalla guerra, dalla povertà o dalle persecuzioni. Tuttavia, le rituali manifestazioni di compassione sui media e sulla scena politica svolgono un cattivo servizio alle attività in favore dei rifugiati perché involontariamente – e falsamente – li rappresentano in uno stato di inazione e passività. Descrivere i rifugiati in questa chiave non favorisce cambiamenti sociopolitici significativi.

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Colombia, l’amore ai tempi della guerra

La Storia recente del Paese attraverso la vicenda di un ex guerrigliero,un racconto (vero) che pare sospeso tra realtà e fantasia. “All’inizio del 1964 dopo anni di guerre intestine tra conservatori e liberali, dove anche girare con un vestito di un colore sbagliato poteva significare la morte, nascono i gruppi di guerriglieri. Contrapposti ai guerriglieri di sinistra ci sono i paramilitari (…) In mezzo a questo caos chi ne paga le conseguenze è sempre la povera gente: questa è la storia di uno di loro.”

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India, il costo umano dello sviluppo

La vicenda del progetto di costruzione di un’acciaieria a Jagatsinghapur, area rurale nello stato dell’Orissa, rappresenta un tipico caso di conflitto tra le necessità macroeconomiche di sviluppo e i diritti di proprietà nonché le esigenze di sviluppo umano delle comunità fragili. Da anni, molti abitanti dell’area sono stati sfollati e costretti a vivere in povertà presso un campo di transito sovraffollato e in condizioni non idonee dal punto di vista sanitario.

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