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Rifugiati, falso che siano il ‘cavallo di Troia’ del terrorismo

I leader UE e USA sono restii ad ammettere che la principale minaccia proviene da estremisti nati e cresciuti sul proprio territorio. Da quando Trump, lo scorso gennaio, ha firmato l’Ordine Esecutivo sull’immigrazione, il mondo politico ha iniziato a segnalare lo stretto legame tra i profughi e l’insorgenza di attacchi terroristici. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che tra il 1975 e il 2015, a fronte di 3,2 milioni di profughi accolti negli USA, sono stati solo tre i cittadini americani uccisi dai cd. “terroristi rifugiati”.

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Il dopo Snowden e l’invadenza della sorveglianza globale

Intervista a Carly Nyst, attivista e avvocato. Controllo politico attraverso Internet, terrorismo e pensiero radicale. “In Occidente abbiamo lo stesso livello di sorveglianza di Paesi come Tunisia, Libia, Egitto. Penso che questa scoperta abbia rappresentato un momento fondamentale […] Nei Sud del mondo c’è una corsa all’utilizzo della tecnologia mobile e di altri tool che non è accompagnata da sufficienti norme; un divario tra il mondo in via di sviluppo e i Nord del mondo esiste, ma non si può continuare a dire che le cose sono molto meglio qui anziché là, perché non è più così”.

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“Installate software libero per evitare la censura”

L’appello di Appelbaum, giornalista esperto di tecnologie, sicurezza e crittografia. “Vogliono toglierci le libertà fondamentali”. “Stiamo assistendo al fallimento dei nostri servizi di intelligence che, in tutto il mondo sostengono che la crittografia è un problema. In realtà la minaccia non viene dalla tecnologia o dalla crittografia. Alla base c’è l’intolleranza, la mancanza di apertura e di accoglienza, la paura dell’altro. Oggi c’è una tecnologia che ci aiuta a confermare, garantire, espandere le nostre libertà, Signal e Tor, per esempio”.

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