2 Novembre 2024

schiavismo

La rivolta di Haiti e il ricordo della tratta che fece milioni di schiavi

Il 23 agosto è la Giornata Internazionale per la Commemorazione della Tratta degli Schiavi e della sua Abolizione. Una data scelta a ricordo della rivoluzione di Haiti che segnò una svolta nel destino degli schiavi e della schiavitù. Una ribellione, durata 13 anni, che non solo si concluse con l’indipendenza del Paese e la fine del colonialismo francese, ma ispirò i movimenti abolizionisti e le lotte di liberazione. Eppure, secoli di disumanizzazione degli schiavi hanno ferite ancora aperte, traumi irrisolti e lunghi strascichi. Il razzismo istituzionale è uno di questi.

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Gli abusi coloniali e la controversa valutazione del risarcimento

Le manifestazioni del movimento Black Lives Matter hanno acceso i riflettori sulla riparazione per le vittime – e i loro discendenti – dello schiavismo e del colonialismo. Questione da tempo discussa già da alcune delle ex potenze coloniali. È recente, per esempio, la conclusione degli accordi tra Germania e Namibia per i danni subiti durante l’occupazione del Paese africano meridionale nei primi del Novecento. Il raggiungimento di tali accordi in genere non è semplice ed è soggetto a dinamiche complesse che, secondo l’autore, possono essere meglio comprese e gestite grazie alle scienze comportamentali.

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Migranti, “l’Europa sta finanziando la schiavitù in Libia”

Il regista Michelangelo Severgnini, intervistato da Voci Globali, getta luce sulle condizioni in cui sono costretti a vivere i migranti intrappolati in Libia. Con il documentario “Schiavi di riserva” denuncia il “sistema” schiavitù, sostenuto anche grazie agli ingenti finanziamenti stanziati dall’Italia e dall’Unione Europea per arginare il fenomeno migratorio. Il prezzo da pagare per il blocco degli sbarchi non è soltanto la prassi di tortura, violenze e stupri già denunciata più volte da ONG e giornalisti, ma anche la connivenza rispetto a un fenomeno, come la schiavitù, abolita da decenni. Il regista pone, dunque, una domanda: accettando che tutto ciò accada in Libia, non gettiamo le basi per una nuova schiavitù anche in Europa?

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