Royal Dutch Shell

Delta del Niger, l’alleanza letale tra Stato e compagnie petrolifere

Da oltre 60 anni, Shell e altre società estraggono petrolio in Nigeria, non curandosi dei bisogni di sussistenza degli abitanti. Le comunità indigene, da sempre dedite a pesca e agricoltura, sono state lasciate con acque e terreni contaminati. L’aspettativa di vita è calata drasticamente e nessun grido d’aiuto sembra essere ascoltato. La comunità internazionale non interviene risolutamente e i vari Governi del Paese hanno sempre collaborato con le compagnie estrattive, reprimendo ogni forma di rivolta. Eppure i popoli indigeni hanno diritto a un risarcimento, la restituzione e la bonifica delle terre.

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L’attivismo ambientale nero che cerca spazi e ascolto

L’attivismo ambientale in Africa – nonostante non riceva molti onori della cronaca – è assai intenso. Nomi noti sono quello di Wangari Maathai, a cui nel 2004 fu assegnato il Premio Nobel per la Pace e quello dell’attivista-poeta Ken Saro-Wiwa, impiccato per aver osato sfidare la multinazionale Shell. Eroi dell’ambiente, li definisce la giuria del Goldman Environmental Prize, che ogni anno premia i difensori dell’ambiente, dei territori, della natura. Dei diritti umani, dunque. Sono 27 gli africani sub-sahariani premiati finora, ma molti altri lavorano nell’ombra e sono molte le associazioni che operano nei vari Paesi.

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