proteste pacifiche

Sudan, le nuove generazioni pronte ad un Paese democratico

Seconda testimonianza dal Sudan dei giovani attivisti impegnati a cambiare il loro Paese. Questa volta incontriamo tre donne, che raccontano un vissuto molto aperto all’internazionalità – una di loro ha vissuto all’estero , però è tornata. Perché nonostante il retaggio del colonialismo e del recente regime di al-Bashir, questo Paese non appare più come una “causa persa”, si è “finalmente aperto al mondo” e si sente quindi il bisogno di “tornare, partecipare, essere presenti”. “Siamo pronti per la democrazia, stiamo cambiando mentalità”. Si guarda al futuro, anche nel tentativo di superare la storica ostilità della parte araba nei confronti dei sudanesi di pelle nera.

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Sudan, al club “Mellow” i giovani talenti che guardano al futuro

“Durante il sit-in la gente ha iniziato ad accettarsi a vicenda senza badare all’appartenenza ad un gruppo sociale, al proprio aspetto, alla propria provenienza.” Così ci racconta la giovane Majda sui giorni delle proteste a Khartoum prima della destituzione di Omar Al-Bashir. I suoi sono desideri di libertà, pace, giustizia per il suo Paese, e così per gli altri giovani incontrati. Per loro, democrazia significa una società inclusiva e non classista, il superamento delle forme di pensiero legate a certe tradizioni sociali o religiose, e un impegno per la difesa di tutti diritti. Testimonianze da un Sudan che guarda al futuro con speranza.

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Nella galleria d’arte di Vasan, l”enfant terrible’ della Thailandia

Chi crede che il Sud-Est asiatico sia solo un paradiso per le vacanze estive dovrebbe conoscere la storia di Vasan Sitthiket, vulcanico e ribelle artista e attivista che ormai da quarant’anni si batte contro “tutto quello che non è giusto”, attirandosi l’antipatia del Governo e l’amore del suo popolo. Attraverso i suoi occhi ci vengono svelati molti problemi del suo Paese quali quelli dell’agricoltura, della prostituzione, del turismo di massa, dell’ambiente e della corrotta dittatura militare – ciò che l’occhio distratto del turista spesso non vede.

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Algeria, basta Bouteflika. Il popolo abbatte il muro della paura

Le attuali proteste pacifiche significano soltanto una cosa per il popolo algerino: l’inizio di un nuovo capitolo nella sua storia. Il Paese, infatti, dopo anni di rivoluzioni e lotte per il potere, si ribella all’annuncio lanciato dal Fronte di Liberazione Nazionale che parla di un quinto mandato del presidente ottantunenne Bouteflika alle votazioni del prossimo 18 aprile. I cittadini scendono in piazza per denunciare l’incapacità dei leader politici di trovare soluzioni volte alla costituzione di una società giovane e creativa. E questa volta non si può ignorare il loro grido.

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