21 Novembre 2024

pregiudizio razziale

Oltre i confini, poesia che rivendica diritto a viaggiare degli africani

Delle frontiere e dei passaporti che, a seconda del Paese di origine, agevolano o impediscono gli spostamenti delle persone vincolando di fatto il diritto alla mobilità, se ne occupano i Governi, la politica, le organizzazioni per i diritti umani. Ma può e, forse deve, occuparsene anche la poesia che tutto può dire a proposito dell’esperienza umana. E infatti una poesia intitolata Across Borders [Attraverso i confini] è entrata in un’assemblea istituzionale per raccontare l’insensatezza della burocrazia di fronte alle emergenze della vita e la necessità di maggiore coesione interna al Continente africano. Per i commerci e per gli individui.

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Sfumature di bianco: razza, genere e schiavitù nei Caraibi

Durante l’era coloniale bianchi e neri erano categorizzati secondo linee di genere, molte di queste persistono ancora oggi. Ci si appellava alle differenze razziali per giustificare la deportazione e la schiavizzazione forzata, attraverso la tratta transatlantica degli schiavi, di quelli che alla fine risultarono circa tredici milioni di africani Questo sistema non solo ha comportato l’impiego di un’iconografia razzista, ma ha al pari richiesto una riflessione su cosa significasse essere bianco. In questo contesto la valorizzazione del bianco ha proceduto di pari passo con la discriminazione del nero.

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Mugabe, l’African Renaissance e il pregiudizio razziale

Una riflessione su alcuni meccanismi mentali e sul rancore che certuni nutrono nei confronti dei bianchi considerati ancora la causa dei problemi del continente, a partire dallo schiavismo, passando per la colonizzazione arrivando allo sfruttamento delle risorse naturali. Ma molti manifestano invece disappunto nei confronti dei propri leader o persino dell’Unione Africana che qualcuno giudica un leone senza denti. A riprova che, al di là delle propagande, come quella del presidente dello Zimbabwe, ci sono anche molti su cui non funziona la distrazione del male che sta, stava e forse sarà sempre altrove. Possibilmente in Occidente.

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