2 Novembre 2024

Paul Rusesabagina

Il “miracolo Ruanda” sarebbe frutto della repressione del dissenso

Human Rights Watch accusa il Ruanda a guida Kagame e Fronte patriottico ruandese di dare la caccia alle voci dissenzienti anche oltre confine. Proteggere l’immagine internazionale del Paese varrebbe ogni abuso. Omicidi, rapimenti, sparizioni forzate, aggressioni. I parenti rimasti in patria che diventano bersaglio per silenziare gli altri fuori dal Paese. E la manipolazione dell’Interpol per ottenere arresti ed estradizioni dei dissidenti, reali o presunti. L’indagine “Unisciti a noi o muori” raccoglie 150 testimonianze dal mondo e dichiara il fallimento di comunità internazionale e Nazioni Unite: è inaccettabile che restino ancora a guardare.

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Ruanda, “arresto Rusesabagina dimostra censura al dissenso”

Ha fatto scalpore l’arresto di Paul Rusesabagina, noto a livello mondiale per aver salvato centinaia di vite durante il genocidio nel Paese del 1994. Dodici i capi di accusa tra cui quella di “reati legati al terrorismo”. L’autore dell’articolo, T. Longman, fa luce sulla questione. Secondo il politologo americano, gli attacchi mossi contro l’imprenditore, che mostra una sorta di radicalizzazione contro il presidente Kagame, dimostrano come nel Paese non ci sia spazio per le voci critiche.

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