21 Novembre 2024

OSCE

Nagorno-Karabakh, resta alto rischio scontri. Civili ancora in fuga

Il 19 settembre, le truppe azere hanno lanciato un’operazione militare contro l’auto-proclamata Repubblica dell’Artsakh. Un numero ingente di rifugiati si sta muovendo verso l’Armenia. Il numero elevato di persone in fuga e la situazione critica sul campo rischiano di aggravare una situazione umanitaria già da tempo compromessa. Voci Globali ripercorre la spirale di violenza che dagli anni Novanta ha interessato i due Paesi. Legate da una storia di nazionalismo esasperato e azioni di pulizia etnica, Baku e Yerevan sembrano essere nuovamente sull’orlo di guerra allontanando le speranze di pace nel Caucaso.

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Africa: sanità in crisi, cresce la fuga all’estero di medici specializzati

Preoccupa l’emorragia di medici e infermieri dall’Africa, accelerata dalla pandemia di Covid-19. Nel continente che soffre il più grande carico di malattie del pianeta resta solo il 3% del personale sanitario a livello globale, e il diritto alla salute sembra sempre più un privilegio per pochi. Nello Zimbabwe si opera a mani nude, mentre a New York un chirurgo guadagna una media di 400 mila dollari l’anno. Le disuguaglianze sociali e l’abbandono dei sistemi sanitari del Sud del mondo sono ragione e conseguenza di una crisi che costa milioni di vite.

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Tratta di esseri umani, il fiorente mercato della moderna schiavitù

30 luglio, Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Almeno 40 milioni le vittime nel mondo, trafficate principalmente a scopo di sfruttamento della prostituzione e del lavoro forzato. Una vittima su tre è un bambino. A definire il profilo delle categorie più a rischio sono le condizioni di estrema vulnerabilità sociale e materiale, e sono devastanti gli effetti della pandemia da Covid-19. È decisivo il ruolo giocato da razzismo, xenofobia, e discriminazione di genere. Per i trafficanti, sono grandi profitti e minimi rischi. E l’indifferenza collettiva è la grande complice.

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Bielorussia, il regime usa la forza ma il mondo non reagisce

In seguito alle elezioni di agosto e alla controversa elezione del presidente Lukashenko, le proteste di massa dei cittadini sono state duramente represse dalla polizia di Stato. Sono stati denunciati torture, stupri, detenzioni arbitrarie e violazioni della privacy e del diritto d’espressione. Le organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani hanno tardato a condannare la situazione nel Paese e, ancora più gravemente, ad intraprendere azioni concrete per ottenere la condanna delle autorità responsabili e il ripristino di una condizione di tutela dei diritti umani.

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