4 Novembre 2024

Kwame Nkrumah

Integrazione panafricana imperfetta, manca la volontà dei leader

In occasione dell’Africa Day il 25 maggio e del summit straordinario dell’Unione Africana tenutosi nella Guinea Equatoriale, si rende indispensabile una riflessione sull’urgenza di una reale integrazione continentale. Sebbene l’UA abbia stabilito linee guida condivisibili e ammirevoli, vari Stati membri sono riluttanti a trasferire i poteri necessari agli organi dell’Unione. Eppure, rinunciare a una piccola porzione di autonomia, porterebbe alla coesione interna e a maggiori benefici comuni in ambito politico ed economico, e soprattutto a un migliore posizionamento dell’Africa sullo scacchiere internazionale.

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75 anni dall’atomica, lezioni da due giganti del panafricanismo

Ricordare Hiroshima e Nagasaki è anche l’occasione di ripensare l’approccio africano agli armamenti atomici che si rifà ai contributi di Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana post-coloniale, e Ali Mazrui, eminente studioso keniota. Il primo sposava l’approccio abolizionista non violento, il secondo non escludeva il ricorso agli armamenti per la sua diffidenza verso il Trattato di non-proliferazione (1968), che riteneva strumento razzista e orientato allo status quo dei rapporti di potere. Conciliare i due apporti vuol dire aderire al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (2017) puntando decisamente al disarmo nucleare globale.

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Africa day: il giorno dell’orgoglio, il giorno dello sdegno

Il 25 maggio è giorno di festa per l’Africa. Si ricorda la nascita dell’Unione Africana, 25 maggio 1963. Data in cui i primi Paesi ad essersi affrancati dal giogo coloniale facevano voto di unità, sviluppo, progresso. Di un nuovo futuro, libero e indipendente. Ma oggi bisogna fare i conti con la realtà. Una realtà oscena. La rappresentiamo con alcuni dati e immagini concentrandoci sull’Africa Sub-Sahariana, e basta segnalare come il 64% della popolazione viva in aree rurali, che nella stragrande maggioranza dei casi mancano delle infrastrutture di base. Tutto ciò rende ancora lontano il continente dal sogno di unità e sviluppo di Kwame Nkrumah.

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