disastri naturali

Migranti climatici, cresce il numero ma manca una tutela giuridica

Il prossimo 28 luglio sarà l’anniversario dell’adozione della Convenzione di Ginevra sullo Status dei Rifugiati. Ciò ci ricorda come l’ambito di applicazione di tale strumento non sia stato ampliato adeguatamente: particolarmente problematica è la situazione di coloro che migrano a causa degli effetti del cambiamento climatico, i quali non ricadono sotto la protezione di tale Convenzione. Emblematico è il caso Teitiota contro Nuova Zelanda, considerato come uno spartiacque, ma che in realtà è stata un’opportunità mancata.

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“Non lasciare nessuno indietro”, formula che resta priva di risultati

Educazione, salute, economia, società, ambiente. Per il WeWorld Index 2021, il mondo peggiora sotto ogni punto di vista. Crescono vertiginosamente povertà e disuguaglianze in quanto a diritti e inclusione, con donne e bambini ad esserne le maggiori vittime. Pandemia e cambiamenti climatici frenano drammaticamente la corsa già lenta verso gli Obiettivi dell’Agenda 2030 in tutto il pianeta. Entro l’anno 435 milioni di donne saranno sotto la soglia di povertà, il lavoro minorile potrebbe aumentare di 8,9 milioni di casi per fine 2022, e nel 2030 la sopravvivenza di 150 milioni di persone dipenderà dagli aiuti umanitari.

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Haiti senz’acqua, poco cibo e nella trappola delle bande armate

Dilaniata da disastri naturali e da un’endemica fragilità politico-economica, la popolazione haitiana è allo stremo. Dopo due terremoti, uragani, colpi di Stato mortali e il controllo del territorio da parte di gang criminali e violente, l’isola caraibica sembra non avere vie di uscita per affrancarsi da un continuo stato di bisogno. I migranti che fuggono dal Paese sono sempre di più, alla ricerca di una sopravvivenza impossibile nella loro patria. Sulle ceneri di una colonizzazione pagata cara e di ingerenze straniere, Haiti fatica a trovare una strada per l’emancipazione e lo sviluppo.

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Sfollati e affamati, sintesi delle crisi socioambientali nel mondo

Per le agenzie delle Nazioni Unite per l’alimentazione è allarme fame acuta in 20 Paesi del mondo: dal Sahel all’Afghanistan, 34 milioni di persone sono già al limite della sopravvivenza, e il rischio carestia è imminente. Su quella lista della fame che è il rapporto Hunger Hotspots sono presenti nove dei dieci Paesi che per UNHCR sono interessati dalle peggiori crisi di sfollamento da conflitti a lungo termine, e tutte le dieci più grandi nuove emergenze. Scatenate dalle violenze, ed esacerbate dai cambiamenti climatici e dalla pandemia, fame e sfollamenti sono tragedie che si tengono per mano.

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Mortalità perinatale, una tragedia globale del tutto trascurata

Secondo Unicef, OMS, Banca Mondiale, Dipartimento Affari Economici e Sociali ONU, la natimortalità si concentra nei Paesi a reddito basso e medio-basso a causa delle enormi diseguaglianze sociali. L’AIHRC rinnova l’appello alle istituzioni afghane affinché aboliscano il “test di verginità”. Un nuovo studio mostra come i cambiamenti climatici abbiano determinato l’aumento dei disastri naturali. L’UE impone misure restrittive mirate contro 7 ministri siriani di recente nomina. Mentre, in Guinea è caos sui risultati elettorali. L’opposizione denuncia possibili brogli.

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Guerre e clima, un nuovo studio conferma il pericoloso legame

Un team di ricercatori del PIK, dopo aver esaminato una serie di dati scientifici, ha ribadito la stretta connessione tra catastrofi ambientali e insorgenza di conflitti armati. Cento ONG, intanto, hanno chiesto alle istituzioni europee di vigilare per garantire l’accesso, da parte degli Stati, ai servizi abortivi durante la pandemia da Covid-19. Il Pakistan, invece, pretende l’estradizione del leader dell’ISIS-K, arrestato dalle forze di polizia afghane. Mentre un altro giornalista viene assassinato in Messico, si rinnova la tensione tra Marocco e Sudafrica in relazione alla questione del Sahara Occidentale.

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