criminalità

Brasile, la “sicurezza” di Bolsonaro che mette a rischio le donne

Già durante la sua campagna elettorale, il presidente brasiliano era stato chiaro su quale fosse la sua posizione riguardo le armi. Una volta eletto, ha infatti subito firmato un decreto per renderne il possesso e il trasporto più flessibili. Il Congresso è inoltre al lavoro su un pacchetto anticrimine che potrebbe alleggerire le pene per le violenze commesse durante il servizio da parte delle forze dello Stato. Tutte queste misure sono potenzialmente pericolose per la popolazione femminile, in particolare per quella di colore e residente nelle favelas, già la più vulnerabile di tutto il Paese.

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Messico, le controverse strategie di Obrador contro il crimine

Lo scorso luglio il popolo messicano ha votato il suo nuovo capo di Stato, eleggendo in maniera schiacciante Andres Manuel López Obrador. Il nuovo Governo entrerà in carica a dicembre ma già si trova di fronte una situazione allarmante: nel Paese si sono registrati infatti negli ultimi anni i più alti tassi di violenza criminale. Se da un lato la campagna di López Obrador sembra voler affrontare in maniera efficace la criminalità organizzata che pervade l’intera società, dall’altra molte premesse rischiano però di ribadire politiche inadeguate e di appesantire un contesto già estremamente difficile.

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Pregiudizi e falsi miti, chi migra verso l’Europa e perché

Sui giornali italiani non si parla mai dei Paesi d’origine di rifugiati e richiedenti asilo, né trova spazio l’analisi concreta di alcuni fenomeni che i populisti impiegano nella loro retorica anti-immigrati. I fatti, però, smentiscono alcuni dei principali luoghi comuni sull’immigrazione, dalle operazioni per il salvataggio dei migranti in mare al fatto che i migranti sarebbero vettori di malattie, oppure l’equazione tra terrorismo, Islam e migrazione insieme all’idea dell’ “invasione” islamica in Italia, fino al classico slogan “Aiutiamoli a casa loro”. Mentre recenti studi indicano come la legalizzazione dei permessi di soggiorno farebbe calare il tasso di criminalità. Rendere l’Europa un luogo poco ospitale per lo straniero non solo non fermerà la migrazione, ma rischia di minare la stabilità sociale europea.

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Gradazioni di nero, alle radici dell’afrofobia in Sudafrica

La xenofobia è l’avversione verso chi proviene dall’estero. Ma gli africani non possono considerarsi tra loro estranei o “stranieri”. Ciò che accade nel Paese che veniva chiamato “rainbow nation” è la forma estrema di un elemento che possiamo rintracciare nelle società nere in tutto il mondo: variazioni dell’odio verso sé stessi espresso come rabbia neri-contro-neri. Secondo quest’analisi, tradotta da Pambazuka, nel corso della Storia la supremazia bianca ha privato gli africani del proprio potere a tal punto che l’unica reazione è diventata la violenza irrazionale.

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Diritti e criminalità in Messico, l’opinione dei cittadini

Applicare le norme sui diritti umani vuol dire anche proteggere i criminali? Una ricerca rivela l’opinione dei messicani. Il Paese sembra trovarsi davanti ad un bivio: combattere il crimine oppure proteggere i diritti di chi è accusato di averlo commesso? Il governo messicano, nel 2008, ha attuato una riforma della giustizia penale per codificare le norme internazionali, come la presunzione di innocenza e l’assistenza legale durante gli interrogatori. Alcuni pensano che il tempo e il denaro speso per questa riforma siano fuori luogo di fronte alla violenza incontrollata delle gang mentre altri la considerano importante e urgente.

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