coronavirus

Africa, emergenza perenne se mancano le libertà fondamentali

L’impressione – in questi giorni di pandemia – è che ci siano due Afriche: quella di cui fa parte una popolazione più o meno privilegiata – politici, classe medio alta, giovani istruiti e connessi alla Rete e un’altra fascia di popolazione svantaggiata, vulnerabile. È quella che vive in slum e baraccopoli ai margini delle metropoli o anche a pochi passi da palazzoni, strade piene di negozi, aree di benessere insomma, e nelle aree rurali. Soprattutto per loro le libertà sono sospese e i diritti annullati. Se il dopo verrà delegato solo a ONG e alla cooperazione la speranza di autonomia degli africani sarà compromessa, ancora una volta.

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Covid-19, India in quarantena: la grande fuga e le scuse di Modi

In piena pandemia, il Governo di Nuova Delhi ha istituito – seguendo l’esempio di altri Paesi – la quarantena sull’intero territorio indiano. Nella progressiva implementazione delle nuove misure, lo Stato ha però dimenticato le fasce più deboli del sistema sociale. La grande fuga di milioni di lavoratori dalle città verso i villaggi di provenienza sta generando nuove problematiche. Le istituzioni sembrano poco interessate a individuare soluzioni efficaci per tutelare le classi meno abbienti. Intanto sono 24 i morti registrati dalla migrazione di emergenza.

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Grecia, migranti: così è morto il “diritto di asilo” lungo il confine

La decisione della Turchia di aprire le proprie frontiere per consentire il passaggio dei profughi verso il territorio dei Paesi UE ha suscitato la violenta reazione del Governo di Atene. Il 1° marzo scorso, le autorità elleniche hanno stabilito la sospensione dell’esame delle domande di asilo. Centinaia di persone sono state private dei lori diritti, ritrovandosi in una sorta di limbo giuridico in condizioni del tutto inumane. Voci Globali con l’aiuto dell’avvocato Federico Lera – esperto in diritto dell’immigrazione, membro dell’UFTDU e legale ASGI – ha ricostruito la vicenda alla luce delle norme internazionali in materia di rifugiati e diritti umani.

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Vaccino Covid-19 in Africa, il pericolo dell'”etica razziale”

La proposta di due medici francesi di avviare la sperimentazione del vaccino per il Covid-19 sugli africani ha scatenato un vespaio e i due hanno fatto marcia indietro. Rimane aperta la motivazione profonda della proposta che riporta a galla la questione dell’ “etica razziale”. Negli anni sono state elaborati Codici e Dichiarazioni per stabilire i principi e i limiti della sperimentazione sugli esseri umani. Tra i principali ci sono il consenso e la chiarezza su eventuali danni e rischi. Se la ricerca e i trial sono indispensabili non si deve dare per scontato che gli esperimenti vengano svolti sui più vulnerabili. Il no dell’OMS.

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Covid-19, gli USA nel caos. E già persi 10 mln di posti di lavoro

L’emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio anche la nazione più ricca e industrializzata del pianeta. Nonostante quanto accaduto e osservato in Cina e poi in Paesi come l’Italia e la Spagna. Tale scenario si sarebbe potuto e dovuto attenuare. Colpisce la mancanza di un piano di prevenzione, in particolare per l’approvvigionamento di apparecchiature medicali, e di coordinamento a livello federale. Nel frattempo emergono iniziative di base ispirate alla solidarietà, anche grazie a social come Nextdoor, modelli possibili di un nuovo senso di “community”.

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La “pandemia dell’acqua” ucciderà 4 mln di persone entro 2020

Nel mondo ancora si muore per mancanza di servizi idrici e igienici. Il problema travolge il 40% dell’umanità, Sono circa 3,4 milioni le persone uccise ogni anno dalla carenza d’acqua. L’indifferenza della politica globale e il silenzio dell’informazione su questa tragica realtà, allontanano soluzioni che pure sarebbero praticabili. Forse, il coronavirus potrà risvegliare la coscienza del mondo. Solo, però, se i Paesi ricchi saranno davvero e direttamente minacciati dalla diffusione del Covid-19 nei Paesi in Via di Sviluppo, India e Africa in primis.

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Covid-19, quando finirà potremmo avere paura di abbracciarci

Stiamo vivendo un periodo eccezionale, di incertezza, paura e limitazione della libertà. Siamo sicuri che torneremo tutti – e la società globale nel suo insieme – a vivere serenamente le nostre vite con la fine dell’epidemia? Al riguardo sorgono diversi dubbi e questo perché il coronavirus probabilmente sta già lasciando segni indelebili nella nostra psiche e nel modo di relazionarci con gli altri. Terminata l’epidemia, ci troveremo, forse, in un mondo cambiato. Ci saranno sfide nuove, che potrebbero però avere anche risvolti positivi.

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Quelle vergognose libertà, così superflue da tenere a mente

È dura fare i conti con la limitazione dei propri diritti. Sentirsi in carcere, e sottomettersi a leggi, disposizioni, decisioni non accettate ma imposte. È dura, sì. Ma ci sono tante persone, milioni di persone al mondo che rinuncerebbero alle loro libertà. Per essere persone normali, come noi, i cui diritti sono scontati, acquisiti, certi. Come noi che potremmo “approfittare” delle limitazioni che stiamo vivendo in questi giorni di emergenza per pensare, una volta tanto, a quelle assurde, ingiuste libertà “concesse” a milioni di persone vulnerabili all’altro capo del mondo.

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Covid-19, “bisogna tutelare poveri ed emarginati” avverte l’ONU

La diffusione dell’epidemia spinge le Nazioni Unite a evidenziare i possibili effetti negativi del virus sui soggetti più vulnerabili, soprattutto dal punto di vista socio-economico. Intanto, l’ONG Al-Haq lancia una “Twitter storm” a supporto della giurisdizione della CPI sui presunti crimini commessi nei territori palestinesi occupati. La Commissione Europea presenta il Piano d’azione per l’economia circolare con l’obiettivo di ridurre i rifiuti elettronici. Mentre l’Unione Africana viene accusata dai suoi dipendenti di corruzione e clientelismo, il presidente iracheno affida l’incarico di formare un nuovo governo a Adnan al-Zurfi.

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Se il tuo passaporto è inutile e smette di essere un privilegio

L’emergenza coronavirus e le misure di quarantena estrema ci stanno anche mettendo di fronte ad una riflessione: l’indeterminatezza a cui non siamo abituati. Siamo invece inclini all’abitudine di poter viaggiare senza particolari problemi, richiedere e ottenere un visto senza che questo ci venga negato, decidere quando e come partire. Ora no, ora anche noi abbiamo perso questo privilegio. Sarà una cosa temporanea, ma per altri le barriere continueranno ad esistere e a frenare i loro diritti e i loro sogni.

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