COP25

Parità di genere ed emergenza climatica, le donne si mobilitano

Nell’ambito della COP25 del dicembre scorso, che di per sé non è stato un successo, è stato approvato un importante documento: il Gender Action Plan, GAP. Numerose associazioni per la tutela delle donne, del gender e dell’ambiente hanno sollevato questioni fondamentali come i diritti umani e il rispetto della diversità di genere, la tutela delle donne delle tribù indigene, di quelle disabili e di tutte coloro che non hanno voce per i loro diritti. Agire per il clima in maniera concreta non può escludere l’operare per il progresso nella parità di genere.

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Crisi climatiche ostacolo al progresso verso la parità di genere

Agricoltori e pescatori che per la loro sussistenza dipendono direttamente dal mondo naturale, saranno tra le principali vittime dell’emergenza climatica. Con l’accumularsi dei problemi ambientali si disgregano infatti le reti di sostegno delle comunità. E a causa della disparità di genere, nelle regioni del mondo che sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, le donne rischiano di soffrire più degli uomini. Occorre sempre più il concreto sostegno delle comunità internazionale sia nel superamento degli stereotipi di genere che nella ricerca di nuove soluzioni.

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Brasile, la politica che minaccia ambiente e territori

La candidatura del Brasile per ospitare la Conferenza sul clima (COP25) il prossimo anno ha ricevuto un’ulteriore spinta con l’appoggio da parte del GRULAC, il gruppo che rappresenta la regione latino-americana alle Nazioni Unite. Tuttavia, dato il successo del candidato della destra Jair Bolsonaro alle elezioni presidenziali, la situazione brasiliana è tutt’altro che chiara e distesa. Il nuovo presidente aveva infatti dichiarato di volersi ritirare dall’Accordo di Parigi se le condizioni dovessero rimanere immutate. Patria di uno degli ultimi polmoni verdi rimasti sulla Terra, il ritiro brasiliano potrebbe rappresentare un enorme danno per tutto il mondo.

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